Misurare l’Audience in Internet
Lo sviluppo dell’aspetto commerciale, ma non solo, di internet ha spinto molti analisti della rete a rispondere alle sempre più numerose richieste di metodi per la misurazione e l’indagine sulle caratteristiche dell’audience di questo medium comunicativo. Sapere quanti sono, e soprattutto chi sono, i visitatori dei siti, i partecipanti ai forum o alle chat, gli utenti dei servizi online, è ormai una necessità primaria per chiunque progetti o gestisca qualsiasi attività in rete.
Come già spiegato nella sezione precedente dedicata alla survey, i questionari somministrati in internet sono perlopiù auto-compilati e spesso, proprio perché molti utenti vedono internet anche come un luogo in cui sperimentare con la propria identità, le risposte date a questionari di questo tipo possono essere inattendibili.
Per questo motivo si sono sviluppate tecniche di ricerca e software specializzati in grado di fornire dei profili abbastanza dettagliati degli utenti che visitano una determinata area di ciberspazio27.
Senza pensare a software-spia che violano la privacy degli internauti, esistono modi meno invasivi per ottenere informazioni più ricche ed accurate sull’audience di internet.
McLaughlin, Goldberg, Ellison e Lucas (1999) propongono una triangolazione di varie tecniche per raggiungere tale obiettivo. Essi sostengono che sia meglio ottenere le informazioni su più fronti, primo fra tutti quello del feedback diretto ed immediato da parte dell’utente, tramite strumenti interattivi che gli permettano di mettersi in contatto con i curatori del sito. Un altro fronte potrebbe essere quello di incoraggiare l’interattività tra l’audience, con la creazione di forum o chat per la discussione degli argomenti inerenti al servizio. Tramite tali strumenti si è in grado di raccogliere numerose informazioni sull’utenza e i suoi desideri, richieste e aspettative. E’ ormai una strategia consolidata di numerose aziende quella di favorire la creazione di una comunità online attorno ad un proprio prodotto o servizio, in modo da creare un gruppo di utenti/clienti affezionati ed interessati28.
Accanto a queste strategie c’è anche l’analisi diretta dei log e delle e-mail spedite dagli utenti, in modo da avere un ritratto più sofisticato e preciso su chi essi siano, e non solo delle semplici misurazioni del numero o della frequenza delle connessioni. Misurazioni comunque utili per capire l’organizzazione del flusso di informazioni e del traffico all’interno del sito interessato.
Chiaramente tali metodi possono
essere utilizzati a scopo puramente conoscitivo o migliorativo di un
servizio, ma anche a fini di lucro. In questa sede essi vengono
solamente presentati brevemente, in modo da completare il quadro dei
possibili ambiti di ricerca in e su internet, senza considerare i
risvolti etici legati a tali tecniche. Risvolti che verranno invece
tenuti in forte considerazione per quanto riguarda la metodologia usata
per la presente ricerca e dei quali si parlerà nel paragrafo 4.4.
27 L’ultima frontiera in questo ambito è la semplified security, cioè dei software in grado di riconoscere l’utente connesso dalle caratteristiche delle sua interazione. Un’applicazione futura potrebbe essere la sostituzione dell’uso delle password con software di questo tipo, nei contesti che lo permettono.
28 Sulle strategie per creare una comunità legata ad un servizio si veda anche Flor, 2004.