Conoscenza, informazioni e rappresentazioni: le pratiche cognitive e le pratiche di auto-aiuto della comunità AFS
Nel secondo capitolo è stato esposto il nesso tra il processo di apprendimento e le pratiche, sostenendo come le pratiche, essendo parte della cultura della comunità, fossero uno dei mezzi attraverso i quali i membri della comunità interpretano il reale, ma anche uno strumento per riprodurre e mantenere questa interpretazione all’interno della comunità.
Rifacendosi al modello di Mantovani (1995) possiamo vedere come il contesto simbolico generale fornisca gli schemi interpretativi per le situazioni quotidiane, ma anche come le pratiche quotidiane dei singoli attori, e le loro interazioni con gli artefatti, possano andare ad integrare man mano l’universo simbolico ed interpretativo generale.
Il processo a due sensi spiegato da questo modello è quello che accade anche all’interno della comunità online AFS. La comunità, infatti, oltre ad essersi costruita nel tempo un’identità e un’immagine di se stessa, ha sviluppato un sistema simbolico ed interpretativo del proprio contesto. I simboli di questo universo sono le rappresentazioni che i membri di AFS hanno, ad esempio, della fobia sociale, del fobico sociale, di quale sia il tipo di terapia migliore, di come vadano affrontati i sintomi.
Queste rappresentazioni si sono create insieme alla comunità e sono parte di essa come elementi fondanti. Esse si sono costituite man mano, dalla commistione delle letture fatte dai suoi membri, dalle informazioni sulla fobia sociale raccolte sulla rete, da siti medici specializzati soprattutto stranieri, dalle conoscenze acquisite tramite gli psicoterapeuti consultati dai singoli membri. Tutta questa mole di informazioni e sapere sulla fobia sociale è stata filtrata, “metabolizzata”, dalla comunità che “usandola” nelle proprie interazioni, scambiandosela, ha pian piano creato un universo simbolico e cognitivo sulla fobia sociale.
In questa sezione ci occuperemo di capire quale sia questo universo, cioè di capire quali siano tali rappresentazioni ed inoltre di comprendere quali siano le modalità tramite il quale vengono usate: dato che queste modalità sono modalità condivise, possiamo indicarle con il nome di “pratiche cognitive”, pratiche cioè che, nell’essere in-uso, trasmettono ai membri della comunità gli schemi cognitivi per interpretare la propria situazione.
Una volta acquisiti questi schemi cognitivi, è logico che vengano usati, secondo il senso top-down del modello di Mantovani (1995), per intraprendere le azioni quotidiane, come conferma la seguente affermazione di uno dei membri di AFS:
Nell’intervento si parla di “un prima e un dopo AFS”, proprio nel senso spiegato in precedenza. Far parte della comunità cambia, in un certo senso, il modo di interpretare la propria situazione e anche di agire di conseguenza.