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Conclusioni

Il presente lavoro di tesi ha cercato di mettere in luce in cosa consista la cultura condivisa della comunità di Auto-Mutuo Aiuto AFS, ma soprattutto di indagare come, all’interno di una comunità virtuale, si creino delle pratiche, e come esse vengano trasmesse tramite un sistema sociale di apprendimento.

Tali obbiettivi presuppongono una conoscenza approfondita della comunità oggetto di studio, dei suoi membri e delle situazioni che si sviluppano nella vita che tale comunità svolge nel ciberspazio. Per questo motivo è stata scelta una metodologia di ricerca qualitativa, basata sullo studio di caso tramite l’osservazione partecipante e le interviste in profondità.

Nei processi sociali di una comunità online il ruolo della tecnologia risulta essere di grande rilievo dato che, a differenza delle comunità di pratiche che si creano offline, i membri delle comunità online interagiscono principalmente attraverso la tecnologia che supporta la CMC.

Nel caso della comunità online presa in esame in questo lavoro, ciò è particolarmente vero, in quanto i membri di AFS, soffrendo di fobia sociale, interagiscono tra loro, creano le loro rappresentazioni condivise, i loro simboli, le loro pratiche e la loro cultura, quasi esclusivamente via internet.
In questo tipo di comunità, interagire con gli altri membri ed agire, cioè modificare lo stato della situazione corrente, corrispondono a comunicare: il non condividere uno spazio fisico comune e il non poter vivere le stesse esperienze, a parte il comunicare stesso, fa sì che la comunità “viva” ed agisca quasi esclusivamente tramite la comunicazione mediata da computer.

Sia i cambiamenti più evidenti e macro, come l’evoluzione della cultura e delle pratiche della comunità, sia i cambiamenti più contingenti e micro, come la presa di posizione di un singolo membro, sono tutte azioni mediate dalla CMC.

Nel ciberspazio le comunità si creano dei propri territori, spesso utilizzando più modalità comunicative (forum, chat, newsgroup, e-mail, mailing list, etc.) e, attraverso di esse, sviluppano anche una propria cultura fatta di simboli, rappresentazioni della realtà e pratiche.

Questa trattazione si è posta come obiettivo quello di studiare tale processo di creazione di pratiche, veicolato da un medium tecnologico come internet, in una comunità virtuale di Auto-Mutuo Aiuto (AMA) che, il quanto tale, tende a non essere composta da membri esperti di informatica, ma da persone che si ritrovano online per scambiarsi informazioni, consigli, esperienze e supporto emotivo in relazione alla loro condizione di fobici sociali.

All’inizio della ricerca, gli interrogativi principali vertevano proprio sul fatto che fosse possibile o meno la creazione di una vera comunità nella dimensione online, e che una comunità come AFS, in cui la comunicazione offline è praticamente inesistente, fosse in grado non solo di creare e scambiare conoscenza, ma anche di sviluppare delle pratiche condivise.

Nello svolgersi della ricerca si è andato inoltre delineando come le pratiche createsi e sviluppatesi online fossero sì simili a quelle dei gruppi AMA offline, ma presentassero anche delle caratteristiche nuove legate al loro essere in rete.

Se il concetto di pratica presuppone una dimensione di esperienza materiale comune, il fare insieme, online tale dimensione è resa possibile secondo altre modalità.

Se offline il senso e le rappresentazioni condivise che stanno alla base della pratica si vengono a formare, e si trasmettono, proprio facendo insieme in un contesto situato, online tale creazione di schemi cognitivi comuni avviene tramite la narrazione e tramite l’azione/comunicazione nella rete, la quale non presuppone necessariamente uno spazio fisico condiviso. L’essere situato e contestualizzato non presuppone, in questo caso, uno spazio fisico comune.

I risultati ottenuti  sembrano confermare che l’interagire online, non solo non sia di impedimento alla creazione di una comunità di pratiche, ma che questo particolare contesto renda possibile la creazione di pratiche empatiche e di auto-aiuto specifiche, rispetto a quelle che si avrebbero in una comunità AMA offline.

Ciò sembra essere ancora più valido per quelle che sono state definite come meta-pratiche, cioè quelle pratiche inerenti all’uso del medium tecnologico internet e al particolare ambiente comunicativo che tale medium offre.

La classificazione delle pratiche usata in questa trattazione le distingue in sociali, empatiche, cognitive, di azione di auto-aiuto e in meta-pratiche legate alla comunicazione e all’uso della tecnologia.

Le pratiche sociali sono quelle relative alla regolazione sociale della comunità, non solo in senso formale di netiquette, ma anche di tutti quei processi, interazioni, rituali, che aiutano a definire la struttura della comunità e a regolarne la vita sociale.

Le pratiche empatiche, come i rituali di benvenuto, le pratiche di supporto emotivo e di consiglio, possono essere viste come la conoscenza e le competenze specifiche che la comunità AFS vuole trasmettere ai propri membri, ciò che essi devono essere in grado di fare per essere considerati tali.

Le pratiche cognitive determinano il contesto simbolico e le rappresentazioni usate dai membri per dare senso e per interpretare la loro situazione: per esempio, l’idea condivisa di cosa sia la fobia sociale e di cosa significhi essere un socialfobico, oppure la fiducia riposta dalla comunità sulla validità di una terapia piuttosto che un’altra, ma anche la rappresentazione condivisa dei media tecnologici usati dalla comunità per interagire.
Le pratiche di auto-aiuto sono quelle pratiche operative, legate strettamente alle pratiche empatiche e cognitive e all’uso della tecnologia, che i membri di AFS hanno sviluppato per tentare di affrontare la loro condizione.

Ad esempio l’istituzione di un forum specifico per l’auto-aiuto, all’interno del quale i membri hanno creato un modo per riuscire a portare avanti online alcuni esercizi tipici della terapia cognitivo-comportamentale. Oppure l’invenzione della “cell-terapia”, cioè il supporto emotivo via telefono cellulare, supporto che i membri fanno pervenire a chi di loro deve affrontare una situazione sociale difficile.

Essendo inserite in un contesto come la fobia sociale, che ostacola il rapporto face-to-face, tali pratiche di auto-aiuto si espletano tutte solo tramite la mediazione della tecnologia. Alcune di esse sono tipiche dell’auto-aiuto in genere e vengono usate anche dai gruppi offline, ma nel caso del gruppo AFS esse vengono adattate per essere praticate online, come gli esercizi della terapia cognitivo comportamentale. Altre pratiche, come la cell-terapia, sono invece totalmente nuove e si sono sviluppate ad hoc per la comunità online AFS.

Connesse a tutti i tipi di pratica finora esposti ci sono le meta-pratiche tecnologiche e di comunicazione che rappresentano il modo in cui la comunità AFS usa e percepisce la tecnologia (software e hardware), spesso modificandola e dandogli nuova forma e significato, per raggiungere i propri obiettivi di comunità di Auto-Mutuo Aiuto.

Ad esempio l’uso particolare che i membri di AFS fanno del forum, adattando quelle che sono le regole classiche della gestione del forum alle esigenze di maggior empatia che una comunità AMA sulla fobia sociale richiede; o ancora l’uso di emoticon per cercare di trasmettere, tramite il linguaggio scritto, tutta la pienezza delle emozioni e delle sensazioni.

Questi sono solo alcuni esempi di come la vita sociale e la cultura della comunità online si esplichi ed esista tramite la tecnologia, ma anche di come la tecnologia stessa acquisisca un significato ed un senso nella comunità solo nel suo essere in-uso e nel suo modificarsi in tale uso.

Va ricordato che la classificazione di pratiche appena esposta è una classificazione arbitraria ed idealtipica, nel senso che, nella realtà complessa della comunità AFS, tali pratiche spesso si contaminano e si mischiano tra loro fino a sovrapporsi. Esse non sono così nette e sono state tipizzate solo per rispondere alle necessità di chiarezza e di comprensione dell’analisi.

Come appena sostenuto in relazione alle meta-pratiche, dall’analisi risulta che l’uso della tecnologia in AFS per certi versi non ricalca l’uso canonico, cioè quello convenzionale e generalmente adottato dagli utenti o quello pensato da chi ha progettato la tecnologia stessa. Esso si differenzia proprio in relazione alle specifiche esigenze del gruppo, rivolto più che altro allo scambio di conoscenze ed informazioni sulla fobia sociale e a pratiche empatiche e di auto-aiuto. La struttura tipica di comunicazione online attraverso la modalità del forum viene, infatti, modificata: la comunità sviluppa un modo originale di utilizzare i thread del forum, finalizzato all’azione di auto-aiuto.

Tale processo di trasformazione ed adattamento dell’uso della tecnologia viene detto drift tecnologico (Ciborra, 1996) e non accade solo in AFS, ma è un processo tipico che avviene, in maniera più o meno marcata, ogni volta che un gruppo sociale usa la tecnologia nei suoi processi di interazione, creazione di simboli, di cultura e di pratiche.

Allo stesso modo dell’uso del forum, anche la grafica di AFS sembra riflettere le esigenze del gruppo, così come il linguaggio usato dai membri è influenzato sia dalla necessità di trattare argomenti psicologici, ma anche dal fatto di comunicare online.

Lo stesso processo di apprendimento delle pratiche riflette il fatto di avvenire online, anche se mantiene le caratteristiche principali di quello che Lave e Wenger (1991) chiamano processo di “partecipazione periferica legittimata”, tipico delle comunità di pratiche, confermando come, anche per le comunità di pratiche virtuali, sia indispensabile riportare l’apprendimento ad essere situato, e non astratto dal contesto.

Come in tutte le comunità di pratiche, online e offline, anche nella comunità AFS le pratiche empatiche e di auto-aiuto vengono trasmesse in maniera contestualizzata nel loro essere in-uso nella rete.

I membri di AFS non hanno, infatti, creato una specie di libro di testo intitolato “L’Auto-Mutuo Aiuto Online per la Fobia Sociale” che raccogliesse tutto il sapere prodotto dalla comunità, e non trasmettono tale sapere ai newbies tramite un’esposizione astratta e “scolastica” di ciò che un Afsiano dovrebbe essere e fare. In AFS il sapere e il saper fare vengono trasmessi tramite l’interazione situata dei membri più esperti con quelli meno esperti, che di volta in volta affrontano insieme le varie situazioni che si presentano loro.

Sostenere ciò non significa affermare che il processo di apprendimento online e quello offline non abbiamo differenze. Internet non è solo ambiente e contesto della comunicazione, spesso ne influenza la forma e i contenuti e, di conseguenza, non può che influenzare a sua volta le pratiche e il loro apprendimento.

Questo è evidente tutte quelle volte in cui, all’interno della comunità virtuale, si sente la mancanza di un’interazione diretta con gli altri, interazione che comprenda anche il contatto fisico o visivo, o l’ascolto della voce dell’altro.

E’ vero che la comunità usa tutte quelle strategie comunicative sviluppate nella CMC per sopperire a questa mancanza, come  l’uso di emoticon, ma ciò non toglie che una comunità virtuale di pratiche, e in questo caso una comunità online di Auto-Mutuo Aiuto, comunichi e sviluppi delle pratiche in maniera particolare rispetto a quelle offline.

Concludendo, tramite il presente lavoro di tesi spero di aver dato un piccolo contributo nel rispondere a quegli interrogativi che gli studiosi di comunità di pratiche si pongono. Interrogativi sui processi di creazione e trasmissione della conoscenza e del sapere, sui processi di sviluppo e apprendimento delle pratiche e, soprattutto, sui meccanismi che fanno sì che le pratiche siano uno strumento potente, tramite la quale le comunità sociali e le organizzazioni non solo conoscono, ma agiscono.

Tali interrogativi sono cresciuti di numero da quanto la tecnologia della comunicazione ha permesso la nascita di comunità di pratiche di tipo virtuale, in quanto i quesiti tradizionali legati alle modalità di creazione e trasmissione della conoscenza sono diventati più sfaccettati: ad esempio, la creazione e la trasmissione delle pratiche è possibile online? I meccanismi che ne stanno alla base, come la partecipazione periferica legittimata, sono gli stessi?

Con il mio lavoro spero di aver risposto ad alcuni di questi interrogativi, fermo restando che i risultati ottenuti, essendo il prodotto di uno studio di caso, sono specifici e situati.

Spero, inoltre, di aver dimostrato come internet sia un contesto in cui non solo è possibile lo scambio di saperi ed informazioni, ma anche la creazione di comunità con una propria identità, una propria cultura e un proprio sistema sociale d’apprendimento di pratiche.

Tale potenziale diventerà veramente enorme nel momento in cui internet, e le reti sociali che si formano al suo interno, non saranno più limitati al mondo dei pc collegati via cavo ma saranno, e in parte lo sono già, a disposizione di chiunque possieda un dispositivo tecnologico per il collegamento wireless, sia esso un computer portatile, un palmare, un telefono cellulare di ultima generazione o altro.

Un assaggio di tale potenzialità lo hanno già dato i membri di AFS con la loro cell-terapia, dimostrando come la loro comunità non sia relegata solo al ciberspazio, ma possa “materializzarsi” ed essere presente ogni volta in cui i propri membri si connettono tra loro, tramite qualunque tipo di tecnologia.

Ciò dimostra non solo come una comunità sociale di pratiche non necessiti di uno spazio fisico condiviso e definito per esistere, ma come essa non abbia bisogno nemmeno di uno spazio virtuale preciso: la comunità stessa è il proprio spazio, la connessione stessa è il topos in cui si realizza la vita della comunità, con la sua cultura e le sue pratiche.

Quando per una buona parte della popolazione tutto ciò diverrà realtà quotidiana, si creeranno reti peer to peer ogni volta che tali tecnologie entreranno in contatto, rendendo il potenziale delle reti sociali online praticamente infinito, possibile in ogni momento e in ogni luogo (Rheingold, 2002).

Previsioni futuristiche e futuribili a parte, ciò che non si può negare è che la tecnologia modificherà il nostro modo di concepire la comunicazione, l’interazione sociale e l’apprendimento.

Sicuramente questo processo non avverrà esclusivamente  a senso unico, nel senso che non sarà la tecnologia a determinare totalmente la situazione. Lo scenario futuro sarà il frutto soprattutto dell’uso che gli utenti faranno di tali tecnologie e di come le cambieranno durante l’uso stesso, ma anche di come i governi decideranno di gestire le frequenze, scegliendo di “venderle” a pochi o di renderle disponibili per tutti.

Sarà questo intreccio di comportamenti individuali e collettivi, di decisioni economiche, di decisioni politiche e di sviluppo tecnologico a determinare come saranno le future comunità online e quanto saranno diffuse ed importanti nella nostra quotidianità.


Tesi di Laurea:
"Apprendimento e pratiche in una comunita’ virtuale di auto-mutuo aiuto. Ruolo della tecnologia nel sistema sociale di apprendimento di una comunità AMA online."

di Francesca Menegon


- Università degli Studi di Trento -
- Facoltà di Sociologia -
- Corso di Laurea Specialistica in Lavoro, Organizzazione e Sistemi Informativi -