Due nuovi sotto-forum
Certamente la nascita degli “Afsiani” è stato un evento degno di
nota per il rafforzamento della comunità AFS, ma ai fini di questo
lavoro di tesi, centrato sulle pratiche e sul sistema d’apprendimento,
un’altra novità del forum sembra essere quella più importante: se
durante la prima fase di ricerca il forum era diviso in tre sottoforum
(Fobia Sociale, Self-Help e Free Zone), dopo un anno i sotto-forum sono
diventati cinque, in quanto si sono aggiunti due ulteriori forum:
“Spazio Culturale” e “Terapia della Fobia Sociale”.
Ai cinque
sottoforum si è anche aggiunto uno spazio “di servizio” denominato
“Avvisi & Annunci. Comunicazione dello staff agli utenti del
forum”, in cui sono raccolti tutti gli avvisi di carattere tecnico che
l’amministratore e i due moderatori vogliono far pervenire agli utenti.
Prima della creazione di tale spazio specifico, avvisi di questo tipo
venivano posti all’inizio del forum principale in modo che tutti
potessero leggerli: questo sistema era però poco gradevole
esteticamente e inoltre finiva per “inquinare” il forum con interi
thread di argomento meramente tecnico.
Questo non vuol dire che in
questa sezione del forum si sia trasferita la trasmissione delle
pratiche sviluppate all’interno di AFS per trasmettere il know-how
necessario ai membri per utilizzare il forum in una maniera esperta.
Tale sezione per ora è solo una bacheca in cui mettere in evidenza
delle informazioni tecniche importanti, come per esempio la necessità
di registrarsi per accedere alla chat.
Oltre ad informazioni
puramente tecniche, lo spazio per gli annunci contiene anche un thread
in cui è possibile consultare una cartina dell’Italia in cui gli
Afsiani che lo desiderano possono indicare dove vivono. Tale espediente
sembra atto a facilitare eventuali incontri e conoscenze, mostrando
come all’interno di AFS si stia facendo risentire nuovamente la voglia
di incontrarsi di persona e come la tecnologia, in questo caso
internet, sia usata per dare una mano in questo senso.
Come già
detto in precedenza gli incontri offline dei membri AFS sono rarissimi,
due in tutta la storia del forum, anche se tutti i membri sono
d’accordo nel pensare che gli incontri face-to-face potrebbero essere
un ulteriore passo in avanti per sconfiggere la fobia sociale.
Questo
tentativo di facilitare la dimensione offline non deve essere inteso, a
mio avviso, come una svalutazione di quella online: AFS è riuscita a
nascere e a svilupparsi come una comunità “reale” di auto-aiuto solo
sulla rete e solo tramite la CMC, dimostrando come sia possibile la
creazione di una comunità con la propria cultura e le proprie pratiche,
anche tra persone che comunicano solo via computer (Watson, 1997).
Nella
pagina seguente viene fornita l’immagine di come appare la pagina
iniziale dell’AFS Forum, con l’elenco dei vari sotto-forum divisi in
tre zone: Forum di servizio, Fobia Sociale e Free.
Ma occupiamoci ora in maniera più specifica dei due sottoforum che si sono aggiunti agli altri tre già esistenti.
“Spazio Culturale” è il sottoforum più recente47, e si affianca nello spazio “Free” al sottoforum “Free Zone”, il forum a tema libero, con lo scopo di essere un luogo in cui gli Afsiani discutono di cultura.
La
sua nascita è avvenuta in maniera curiosa: uno dei membri più anziani
ha aperto un thread in “Free Zone” in cui proponeva di cominciare un
“gioco culturale”. I partecipanti a tale gioco avrebbero dovuto
ripercorrere la storia umana dall’inizio, ognuno occupandosi di un
periodo storico. La proposta è stata accolta da molti, i quali hanno
contribuito chi con testi scritti personalmente, chi con riferimenti
bibliografici o parti di testi di storia.
Questo “gioco” è stato
trovato così interessante che alcuni membri hanno deciso di estenderlo
anche ad altre discipline, c’è stato anche chi ha proposto di
ripercorrere la storia umana mettendo in evidenza l’evoluzione di
quegli aspetti sociali che sono maggiormente implicati nella vita di un
socialfobico.
Il gioco si è così esteso e i contributi culturali, anche non legati a questa attività, sono diventati sempre di più, tanto che Robot, l’amministratore, ha deciso di creare un sotto-forum specifico denominato “Spazio Culturale. L’angolo afsiano della cultura”.
Questo
sottoforum è solo ai primi mesi di vita, ma si sta dimostrando molto
attivo e partecipato. Esiste un thread “Spazio Artistico” in cui i
membri inseriscono le poesie, i testi delle canzoni e i titoli dei
libri preferiti, ma anche racconti scritti da loro o le immagini dei
quadri che più li emozionano.
Un’iniziativa degna di nota è stata
quella di fare un tipico gioco di gruppo, che si fa solitamente nei
gruppi FtF per aumentare la conoscenza e l’empatia tra i membri. Il
primo ad iniziare propone l’incipit di una storia, di solito poche
righe, e gli altri fanno avanzare il racconto, ognuno con il proprio
contributo.
Questo “racconto collettivo” può essere visto come
una delle pratiche empatiche di cui abbiamo trattato in precedenza.
Tale attività non riguarda in modo specifico la fobia sociale, anche se
i protagonisti del racconto sembrano averne alcuni sintomi, ma è
comunque un modo per aumentare la coesione tra i membri, per favorire
un coinvolgimento e una conoscenza più profonda.
Questo è un esempio di come AFS abbia fatto un’ulteriore passo in avanti: tramite il sotto-forum “Spazio Culturale” i suoi membri hanno tentato di espandere gli interessi della comunità un po’ oltre la fobia sociale, forse rispondendo alla necessità di non parlare sempre e solo di essa, ma anche per trovare dei modi alternativi per alleviare il loro disagio e tentare di aprirsi di più verso gli altri.
Per quanto riguarda proprio la lotta contro la fobia sociale, l’evoluzione più interessante sta però nella nascita del nuovo forum, dedicato alla terapia della stessa: nello spazio che raccoglie i sotto-forum dedicati alla fs, si può vedere che tra i due forum precedenti “Fobia Sociale. Forum tematico sulla fobia sociale” e “Self-help. Forum di auto-aiuto sulla fobia sociale”, è spuntato un nuovo sotto-forum, “Terapia della fobia sociale. Farmaci, terapie, esperienze, gruppi, corsi, centri specializzati”.
Se si va a cercare i primi post inviati in questo forum, ci si accorge che sono la copia di quelli già presenti su “Self-help”. Qual è allora la differenza tra i due sotto-forum?
Se si osserva con più attenzione, si nota che i post ricopiati sono quelli relativi alle FAQ sulla fobia sociale e quelli relativi alle terapie, cioè a tutto quel bagaglio di conoscenza e saperi espliciti sulla fobia sociale che la comunità ha creato e messo a disposizione dei suoi membri. La differenza tra i due sottoforum sembra essere proprio questa: tutti e due sono dedicati all’azione contro la fobia sociale, in cerca di possibili soluzioni, ma uno è dedicato in maniera più specifica alla diffusione di informazioni utili sulla terapia, mentre l’altro è maggiormente dedicato al supporto emotivo e all’auto-aiuto, una zona molto più personale in cui magari aprirsi con gli altri membri.
Una prova di tale differenziazione è il fatto che se per accedere al forum “Self-Help” bisogna essere dei membri registrati dell’AFS forum (come già era in precedenza), per accedere al forum sulla terapia non è necessario essere registrati come “Afsiani”.
Si potrebbe dire che il forum “Terapia della fobia sociale”, rappresenti l’insieme dei saperi accumulati dalla comunità durante la sua esistenza, saperi che, ricalcando la differenziazione di Polanyi (1962, 1966), possiamo definire come saperi “espliciti” sulla fobia sociale, conoscenze prese sia da documenti scritti come libri, riviste o siti, ma anche conoscenze che si sono formate in seno alla comunità, dal confronto tra le diverse esperienze dei membri e dal vivere insieme la fobia sociale. Questi saperi, però, sono saperi espliciti nel senso che sono stati assimilati dalla comunità che li ha “metabolizzati”, riproducendoli nella forma ad essa più confacente: rappresentano, insomma, il “libro di testo” ufficiale della comunità AFS.
Ma come la teoria sulle pratiche ci insegna, il sapere
esplicito non è l’unico, e spesso non è sufficiente al fine di
diventare davvero membro di una comunità di pratiche, sia essa
professionale o, come nel nostro caso, di altro genere.
Quello che manca è il famoso “sapere tacito” (Polanyi, 1962, 1966), quel sapere che la comunità ha fatto proprio in maniera inconsapevole, quel sapere che compone le pratiche e che solo attraverso la pratica si può trasmettere e mostrare. Un sapere “inspiegabile” a parole, un sapere che è conoscenza-agita, conoscenza in-uso.
Come già sostenuto in
precedenza in questa trattazione, è il forum “Self-Help” a dedicarsi a
questo tipo di sapere, essendo il luogo48 prediletto in cui i
membri di AFS imparano e mettono in pratica quelle pratiche empatiche e
di auto-aiuto che distinguono la loro comunità.
Usando il termine “prediletto” non intendevo dire che il sapere tacito non esista e non venga usato e trasmesso anche nelle altre zone del forum o nella chat, come si è appena mostrato parlando del gioco del racconto collettivo. Anzi, ogni interazione che avviene nella comunità AFS è un’interazione che alimenta il sistema di apprendimento sociale della comunità.
Il sottoforum “Self-Help” sembra però essere il luogo che la comunità ha scelto di adibire alla trasmissione di quelle pratiche di supporto emotivo e di auto-aiuto che rendono un Afsiano tale.
La differenziazione tra il forum “Terapia della fobia sociale” e quello “Self-Help” dimostra, pertanto, che la cultura della comunità sta evolvendo e maturando, e che in questa crescita necessita di dare un ordine al sapere finora accumulato, di distinguerlo, di dare ad esso un nome e di renderne una parte più formale ed esplicita. Che sia il primo passo verso l’istituzionalizzazione?
La risposta a
tale domanda potrà arrivare solo con il tempo, per ora possiamo dire
che la comunità AFS si sta sicuramente organizzando sempre di più.
Sembra comunque difficile credere che una comunità online come AFS
possa diventare eccessivamente rigida o istituzionalizzata, in quanto
una delle sue caratteristiche principali è il clima empatico e intimo
che lì si respira, clima che sembra non essere compatibile con
un’eccessiva rigidità, che potrebbe scoraggiare i possibili membri a
confidarsi.
Va anche detto che forse la più antica e
diffusa comunità di auto-aiuto, gli Alcoolisti Anonimi, basano la
propria azione di aiuto e supporto proprio su un percorso fatto di 12
passi e su un’organizzazione altamente definita e, in un certo senso,
istituzionalizzata.
Probabilmente il fatto che nella comunità AFS una parte di sapere stia diventando esplicito e più istituzionalizzato, non deve per forza significare che essa stia diventando più rigida.
Forse quello che sembra un processo di
irrigidimento, non è altro che un processo di normale evoluzione
e maturazione della comunità, la quale crescendo ha anche bisogno di
organizzarsi.
Questo processo di “organizzazione”, non significa che AFS stia diventando essa stessa un’organizzazione vera e propria, anzi, il cammino da percorrere perché ciò accada è ancora lungo, e non è detto che AFS lo percorra. Anche se, come sostiene Strati (2002), le organizzazioni stesse si stanno sempre di più profilando come insiemi altamente flessibili di comunità di pratiche, spesso virtuali, tanto da poter essere definite come organizzazioni-ipertesto, in cui è il sapere pratico, i simboli e la continua negoziazione dei significati a farla da padroni.
Per
concludere questa sezione, si può affermare che, tra le due fasi di
ricerca, la comunità AFS si è notevolmente allargata ed anche evoluta,
mostrando come le pratiche che in essa si erano sviluppate persistano
nel tempo e facciano ormai parte di quella che potremmo definire
“cultura afsiana”. Tale cultura, fatta di conoscenze esplicite e
tacite, di pratiche, di saperi organizzati, di ruoli e status e di
simboli e rappresentazioni, non è statica e sempre uguale a se stessa,
ma si evolve con il crescere e il cambiare della comunità e della
tecnologia.
47 Nel momento in cui scrivo questa tesi, tale sotto-forum ha circa due mesi.
48 Il termine “luogo” non è forse il più adatto a definire una parte di cyberspazio, in quanto probabilmente troppo legato nell’immaginario comune alla sua accezione fisica di spazio geografico. Ma quando si parla di cyberspazio, il termine “luogo” è usato nella sua accezione più generale di “topos”, la quale può anche indicare un luogo non-materiale che risiede nella mente dell’individuo, nella cultura di una comunità o in uno “spazio” fatto di bit.