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Buy Nothing Day 2001 anche in Rete

Il 24 novembre 2001 è il Buy nothing day, il giorno in cui in tutto il mondo occidentale, accantonate le smanie dello shopping, si dovrebbe riflettere sulle pressioni a cui siamo sottoposti quotidianamente: consumare, comprare, consumare, e sui riflessi negativi ed effetti devastanti del nostro consumismo sui paesi poveri e in via di sviluppo.

Inventato il Canada qualche anno fa il Buy nothing day ha conosciuto un crescente successo nel Canada, ma anche negli Stati Uniti, in Germania, Danimarca, Francia, e persino in Italia, dove la tentazione del consumismo fa da stridente contro altare ai molti, troppi poveri -nostrani e non- che ancora affollato i nazionali censimenti, indagini, statistiche, e che a nostro parere sono destinati ancora ad aumentare grazie alle attuali congiunture politiche globali.

Il Buy nothing day, ossia “giorno del non acquisto” è una piccola idea con grandi implicazioni. Infatti il "Buy nothing day" è un giorno di commemorazione delle vittime delle politiche orientate alla massimizzazione dei consumi: dalle popolazioni del Sud del mondo deboli di fronte alla globalizzazione dei mercati, all'ambiente deturpato dall’ inquinamento, alla “colonizzazione dell'immaginario” da parte di pubblicitari che cercano di imporre attraverso i media modelli di vita inarrivabili per la maggior parte della popolazione del mondo.

In Italia il Buy nothing day è promosso dall’associazione Terre di mezzo, che gli dedica un bel sito, con molte informazioni e riflessioni al riguardo.

Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Lazio sono le regioni che si sono dimostrate più sensibili all’iniziativa, promuovendo incontri, dibattiti e happening. In particolare a Bologna ci sarà un banchetto in Piazza di Porta Ravegnana, dalle 10.30 alle 17 con informazioni sull’iniziativa e la distribuzione di "consigli per i non acquisti" e "mini guide all'autoproduzione" (raccolta di ricette per l'autoproduzione di prodotti gastronomici e non). Il banchetto sarà gestito dal gruppo locale dei BdG e dal Nodo bolognese della Rete Lilliput.

In Canada il movimento è ben ramificato, e conta anche sull’aiuto dei pacifisti; a parere dei non-consumer canadesi infatti, dopo l’11 settembre 2001 è cresciuta la consapevolezza verso il fatto che consumando “noi2, 20% della popolazione mondiale, lasciamo a secco un buon 80% del resto del mondo.

Infine il New York Times propone prima di comprare un oggetto di porsi una serie di semplici domande, una check list, per prendere coscienza e consapevolezza di fronte all’oggetto agognato, in sintesi:


Ne ho bisogno?
Quanti ne ho già?
Quanto lo userò?
Quanto tempo durerà?
Potrei prenderlo in prestito da un membro di famiglia o da un amico?
Posso farne a meno?
Posso farne io stesso la manutenzione?
Sono disposto e capace di ripararlo?
Ho ricercato per ottenere la qualità migliore per il prezzo migliore?
E’ fatto con materiale riciclato ed è riciclabile?
Ho già qualcosa in casa con cui potrei sostituirlo?


Alessandra Guigoni