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 Attualmente la memorizzazione delle informazioni mediante il 
principio magnetico costituisce una delle tecniche più importanti per realizzare 
la memoria secondaria. Le informazioni vengono memorizzate su una superficie 
ferromagnetica e possono essere lette o modificate mediante un'opportuna testina 
di scrittura e lettura. 
  A partire dalla fine degli anni '80, si è 
diffusa anche la memoria di tipo ottico, con l'introduzione del CD-ROM. Questo 
tipo di memoria offre supporti con una notevole capienza, ad un prezzo 
estrememamente contenuto. I primi supporti di tipo ottico erano scrivibili una 
sola volta, mentre oggi si stanno diffondendo anche i dischi ottici 
riscrivibili.   | 
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 Fig. 112. Testina di lettura e 
scrittura di un disco rigido vicino a due testine per unità a nastro magnetico. 
Le informazioni vengono lette e registrate da una o più testine leggerissime e 
velocissime che sfiorano la superficie del disco a distanza di 0,5 micron. Il 
movimento in rotazione del disco e al tempo stesso lo scorrimento radiale della 
testina permette di accedere in modo rapido a qualunque informazione presente 
sul disco. Attualmente la memorizzazione delle informazioni mediante il 
principio magnetico costituisce una delle tecniche più importanti per la memoria 
secondaria. Le informazioni vengono memorizzate su microscopiche areole di una 
superficie ferromagnetica e possono essere lette o modificate mediante 
un'opportuna testina di scrittura e lettura. Una testina di questo tipo 
assomiglia, almeno in linea di principio, ad un’elettrocalamita miniaturizzata 
che agisce sulle singole areole magnetizzandole in uno dei due versi possibili. 
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 Fig. 113. Nastri magnetici a bobina, 
utilizzati fino alla prima metà degli anni '80 per conservare informazioni. Le 
unità a nastro costituiscono uno dei primi sistemi di memorizzazione utilizzate 
nei calcolatori elettronici e il principio di funzionamento per scrivere o 
leggere è molto simile a quello dei registratori magnetici utilizzati in ambito 
musicale sebbene, in quest'ultimo caso, si adotti una rappresentazione di tipo 
analogico e non digitale. A differenza dei dispositivi a disco, i nastri 
magnetici permettono di memorizzare e accedere alle informazioni solo in modo 
sequenziale: per raggiungere l'informazione richiesta è necessario scorrere il 
nastro fino alla posizione in cui essa è registrata.   | 
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 Fig. 114. Unità di scrittura e 
lettura per nastri magnetici a bobina.  | 
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 Fig. 115. Nastri a cassetta, 
subentrati ai nastri a pizza. Sono simili alle cassette magnetiche musicali. 
Fino a poco tempo fa il nastro magnetico era il mezzo più comune per trasportare 
grandi quantità di informazioni da un calcolatore all'altro.   | 
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 Fig. 116. Un vecchio disco rigido di 
un sistema IBM 36 da 200 Mbyte da 14". La memoria a disco magnetico fu 
progettata da J. Forrester e sperimentata con successo al MIT nel 1953, sebbene 
già alla fine degli anni '40 l'inglese Booth avesse svolto diversi esperimenti 
in tale direzione.   | 
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 Fig. 117. Disco rigido aperto. Il 
principio della registrazione magnetica è del tutto simile a quello dei nastri. 
In questo caso la superficie magnetizzabile, costituita sempre da materiale 
ferromagnetico, è applicata su entrambe le facce del disco metallico che funge 
da supporto.   | 
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 Fig. 118. Disco rigido estraibile 
(prima metà degli anni '80). In realtà è costituito da una pila di dischi 
magnetici.   | 
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 Fig. 119. Vari tipi di floppy-disk di 
divere dimensioni e capacità: da 8 pollici (capacità 180 Kbyte) a 3.5 pollici 
(capacità 100 Mbyte). I floppy disk, diversamente dai dischi rigidi, possono 
essere facilmente estratti dall’unità di lettura e scrittura e permettono quindi 
di trasportare comodamente informazioni da un calcolatore all’altro.   | 
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 Fig. 120. Unità di lettura e 
scrittura per floppy disk da 5".25. Il principio di memorizzazione dati del 
floppy disk è analogo a quello dei dischi rigidi. In questo caso, il supporto 
per la superficie magnetizzabile è costituito da un disco di plastica 
flessibile.   | 
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 Fig. 121. CD-ROM e unità di lettura. 
Introdotto nella seconda metà degli anni '80, il CD-ROM costituisce un 
dispositivo di memorizzazione basato su un principio ottico ed è diventato una 
delle unità di memoria di massa più importanti per la distribuzione del 
software. In questo caso, la superficie riflettente del disco viene scritta e 
letta da un sottilissimo raggio laser. Il principio di funzionamento di questo 
dispositivo è lo stesso di quello impiegato nei lettori CD musicali. 
Diversamente da quanto avviene nelle memorie magnetiche appena considerate, nei 
CD la registrazione avviene sempre in forma digitale.   | 
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