Nei calcolatori digitali le quantità numeriche da elaborare
vengono introdotte nella macchina in forma discreta, cioé i numeri sono
rappresentati da componenti meccanici o elettrici che assumono un numero finito
di stati. A tale scopo, possono essere utilizzate palline di un abaco, ruote
dentate che assumono un numero finito di posizioni, circuiti elettrici aperti o
chiusi, ecc. Un vantaggio dei calcolatori digitali consiste nella correttezza
con cui vengono rappresentate le informazioni numeriche, correttezza che non
dipende dalla precisione con cui si possono effettuare le misurazioni come
accade nei calcolatori analogici. Fino al 1900 la tecnologia di base per la
realizzazione di calcolatori digitali è stata legata soprattutto all'uso di
ingranaggi meccanici. |
Fig. 40. Ricostruzione dei bastoncini
di Nepero. Nella sua opera Rabdologia, pubblicata nel 1617, il matematico
scozzese Napier illustrò l'invenzione dei bastoncini per la moltiplicazione
(1550-1617). Ogni bastoncino rappresenta una colonna della tavola pitagorica e
contiene i multipli di una data cifra. Accostando uno vicino all'altro i
bastoncini relativi al numero da moltiplicare e leggendo la riga di interesse, è
possibile realizzare direttamente la moltiplicazione di un numero a più cifre
per un numero ad una singola cifra. I bastoncini di Nepero non sono un
dispositivo di calcolo completamente automatico poiché per effettuare una
moltiplicazioni le somme dei riporti devono essere svolte mentalmente. |
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Fig. 41. Ricostruzione dei cilindri
di Schott. Attorno al 1668, Gaspard Schott (1608-1666) descrisse uno sviluppo
dei bastoncini di Nepero. Il dispositivo era basato su una fila di cilindri,
ciascuno dei quali portava incisa una serie completa dei bastoncini di Nepero.
Ruotando in modo opportuno i cilindri era possibile effettuare la
moltiplicazione. |
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Fig. 42. Regoli di Genaille per la
moltiplicazione. Un raffinamento dei bastoncini di Nepero è rappresentato dai
regoli inventati dall'ingegnere francese H. Genaille attorno al 1885. Il
maggiore inconveniente dei bastoncini di Nepero (e anche dei cilindri di Schott)
è costituito dalla mancanza di una gestione automatica dei riporti. I regoli
Genaille risolvono elegantemente questo problema e permettono di eseguire
automaticamente il riporto in una moltiplicazione. |
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Fig. 43. Una delle macchine disegnate
da Leonardo da Vinci nel Codice di Madrid, attorno al 1500, viene considerata un
possibile progetto di un calcolatore. |
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Fig. 44. Antico orologio meccanico
prodotto dalla Solari di Udine. Il miglioramento delle capacità tecniche a
partire dal 1400-1500, permise di realizzare dispositivi meccanici sempre più
complessi e tra questi conobbero un importante sviluppo gli orologi. Fu
l'isocronismo del pendolo, osservato da Galileo, che permise poi a C. Huygens
(1629-1695) nel 1656 di costruire i primi orologi abbastanza precisi regolati da
un pendolo. Sino all'avvento dell'elettronica, la ruota dentata costituirà la
base costruttiva fondamentale per il calcolo meccanico digitale. |
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Fig. 45. Ricostruzione dell'Orologio
Calcolatore di Schickard (Deutsches Museum, Monaco). Il modello originale risale
circa al 1623. Il primo dispositivo di calcolo in grado di effettuare calcoli
automaticamente fu realizzato attorno al 1623 dall'astronomo e matematico W.
Schickard (1592-1635) e denominato Orologio Calcolatore. Tale dispositivo
impiegava la tecnologia meccanica degli orologi (da cui il nome) per eseguire le
operazioni di somma e sottrazione. Il prototipo di Schickard purtroppo andò
distrutto in un incendio e lo stesso inventore, amico del grande astronomo
Keplero, dopo poco tempo morì di peste. L'esistenza di questo dispositivo fu
riconosciuta solo nel 1957 esaminando alcune lettere inviate da Schickard a
Keplero (datate 1623 e 1624). |
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Fig. 46. Uno degli esemplari di
Pascalina realizzati dal francese Blaise Pascal ( 1623-1662). A soli 19 anni
Pascal inventò (indipendetemente da Schickard) una macchina calcolatrice per
agevolare il lavoro di suo padre, esattore delle imposte. La macchina, chiamata
"Pascalina", era in grado di eseguire addizioni e sottrazioni con il riporto
automatico delle cifre. La Pascalina funziona con un sistema di ruote sulla cui
circonferenza sono incise le cifre da zero a nove; le ruote (cinque, nei primi
modelli, otto, negli ultimi modelli) rappresentano le unità, le decine, le
centinaia e così via. La loro rotazione rende automatica l'operazione dei
riporti, eliminando in tal modo una delle maggiori difficoltà esistenti
nell'effettuazione dei calcoli a mente. L’Orologio Calcolatore di Schickard, la
Pascalina e le successive addizionatrici meccaniche sono quasi tutte basate su
un dispositivo di conteggio che effettua l'operazione di riporto mediante
particolari ingranaggi; quando la prima ruota (quella delle unità) completa un
giro, fa scattare di un'unità quella contigua delle decine e così via. |
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Fig. 47. Aritmometro TIM (circa
1910), derivato dall'aritmometro di Thomas de Colmar. La prima calcolatrice ad
essere prodotta in serie fu quella costruita dal francese Thomas de Colmar
(1785-1870) nel 1820, assumendo come meccanismo di base quello inventato dal
matematico e filosofo tedesco G.W. Leibniz (1646-1716) nel 1694. Questo tipo di
macchina fu prodotto in molte versioni via via più perfezionate fino agli anni
'30. |
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Fig. 48. Traspositore di Leibniz. Le
calcolatrici di Schickard e di Pascal si limitavano alle operazioni di somma e
sottrazione. A partire da questi dispositivi si cercò di perfezionare i
meccanismi di calcolo per effettuare moltiplicazioni e divisioni. Leibniz fu il
primo a trovare una soluzione introducendo il meccanismo di base, detto
traspositore, realizzato mediante una serie di cilindri a denti scalati visibili
nella figura. |
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Fig. 49. Macchina aritmetica di
Giovanni Poleni (1683-1761). Lo scienziato padovano G. Poleni costruì una
macchina aritmetica capace di eseguire le quattro operazioni. L'originale di
questa macchina è andato perduto, ma la sua ricostruzione è visibile presso il
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano. Poleni introdusse un
meccanismo traspositore, di concezione diversa da quello di Leibniz in quanto
basato sull'uso di ruote con un numero variabile di denti. Anche il traspositore
di Poleni, perfezionato da F.S. Baldwin e da T. Odhner alla fine dell'800, è
stato adottato in numerose calcolatrici prodotte commercialmente. |
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Fig. 50. Vecchio registratore di
cassa meccanico |
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Fig. 51. a. b. c. d. e. Alcune
calcolatrici meccaniche del '900. Mentre i meccanismi di base di queste macchine
calcolatrici si stabilizzarono su pochi schemi fondamentali, furono introdotte
via via diverse caratteristiche che le resero più semplici ed efficaci nell'uso
come, ad esempio, i meccanismi di stampa, i registri ausiliari, la tastiera
ridotta, l'azionamento elettrico. Dalle calcolatrici meccaniche derivarono
inoltre macchine per impieghi specializzati, quali le fatturatrici e le
elettrocontabili. |
a. calcolatrice meccanica Monroe
b. calcolatrice meccanica Brunsviga
c. calcolatrice meccanica Astra
d. calcolatrice meccanica Odhner
f. calcolatrice meccanica Olivetti Multisumma 24. |
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