L’impiego di dispositivi elettrici nell’ambito del calcolo era
cominciato già all’inizio del ‘900, ma solo negli anni ‘30 si compresero appieno
le enormi potenzialità di questa nuova tecnologia per la costruzione dei
calcolatori. Il passaggio cruciale tra la tecnologia meccanica e quella
elettronica non è legato semplicemente all’impiego della corrente elettrica, o
all’introduzione di un particolare dispositivo elettronico (come, ad esempio, i
relè, le valvole termoioniche, o il transistor), quanto alla rappresentazione
dell’informazione numerica con segnali elettrici: l'era del calcolatore
elettronico si apre nel momento in cui l’informazione numerica comincia ad
essere rappresentata ed elaborata mediante segnali elettrici.
Un settore
importante che influenzò lo sviluppo di queste idee è quello della telefonia, in
cui la gestione automatica delle linee di connessione (switching) aveva
posto diverse problematiche inerenti al trattamento dell'informazione. Durante
gli anni '30 e '40 alcuni inventori costruirono dei dispositivi di calcolo
basati su relè o valvole termonioniche in grado di svolgere le operazioni
matematiche più semplici. Sebbene nessuna di queste macchine si possa
considerare un computer nel senso moderno, esse anticiparono diverse idee
tecnologiche necessarie per il passo successivo: il calcolatore elettronico
programmabile. |
Fig. 63. Calcolatrice
elettromeccanica Olivetti. All’inizio del ‘900 vengono prodotte le prime
calcolatrici elettromeccaniche, che pur conservando i principi del funzionamento
meccanico delle precedenti calcolatrici, sono azionate elettricamente. L'uso
dell'elettricità rimane quindi limitato all'azionamento dei meccanismi e non
interviene di fatto nel processo di calcolo. |
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Fig. 64. Tabulatrice di Hollerith.
Tra i vari dispositivi che contribuirono a porre le basi tecnologiche del
moderno calcolatore vanno ricordate anche le tabulatrici a schede perforate, in
cui per la prima volta le informazioni da elaborare vengono rappresentate
mediante segnali elettrici. Queste trovarono la loro prima applicazione pratica
in occasione del censimento tenutosi negli Stati Uniti nell’anno 1890, quando
Herman Hollerith (1860-1929) riuscì a mettere a punto un sistema per la
rappresentazione dei dati su schede perforate, realizzando nel contempo un
dispositivo elettromeccanico per il conteggio e la classificazione delle schede
medesime. Nella figura, a sinistra si vedono i contatori elettromeccanici per
determinare il numero di schede con determinate caratteristiche. Al centro il
lettore delle schede e infine a destra la cassettiera di raccolta delle schede
per la loro classificazione. |
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Fig. 65. Unità logica a relè
(elettromeccanici) per il controllo di selettori telefonici. Un settore
importante che influenzò lo sviluppo dei calcolatori elettronici fu quello della
telefonia. I problemi della commutazione telefonica stimolarono diversi
ricercatori a studiare gli aspetti relativi alla rappresentazione e gestione di
informazioni in forma digitale. Tali idee furono successivamente utili allo
sviluppo dei calcolatori elettronici. I relè, allora correntemente utilizzati in
telefonia, furono tra i primi dispositivi binari impiegati nella realizzazione
di calcolatori automatici. |
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Fig. 66. Unità aritmetica del Complex
Number Calculator. Nel 1937, George Stibitz (1904-1995), ricercatore dei Bell
Labs, riusci a costruire un circuito molto semplice in grado di sommare numeri
binari utilizzando vecchi relé telefonici, lampadine elettriche e interruttori.
Basandosi su queste esperienze, alla fine del 1939 Stibitz e Samuel Williams
completarono nei laboratori della Bell un calcolatore in grado di operare con i
numeri complessi, denominato Complex Number Calculator (Model 1), da
utilizzare nella progettazione di reti telefoniche. Versioni perfezionate di
queste macchina furono costruite fino agli anni '50. La teccnologia a relè fu
inoltre utilizzata anche da Howard Aiken per i calcolatori costruiti presso
l'Università di Harvard, anche in collaborazione con l'IBM. |
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Fig. 67. Una parte del calcolatore
ABC. Il calcolatore ABC (Atanasoff Berry Computer) introdusse per la prima volta
l'impiego delle valvole basato sull'uso di valvole termoiniche. Esso fu
realizzato da V. Atanasoff (1903-1995) e dal suo allievo e collaboratore C.
Berry. Per ottenere una buona velocità di calcolo, i due inventori scelsero la
tecnologia elettronica al posto dei relè. Il cuore del loro computer era
costituito da singoli moduli capaci di effettuare addizioni e sottrazioni su
numeri binari. Questa macchina era dedicata alla risoluzione di sistemi lineari
di equazioni e non era quindi ancora in grado di operare con una modalità
general purpose. |
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Fig. 68. Il calcolatore Colossus.
Durante la seconda guerra mondiale il governo inglese finanziò un grosso
progetto per la realizzazione di elaboratori elettronici. In particolare, questo
lavoro portò alla realizzazione nel 1943 di un calcolatore speciale, denominato
Colossus, adibito alla decrittazione dei messaggi segreti tedeschi generati
mediante la macchina Enigma. Sebbene, il Colossus non si potesse considerare un
calcolatore programmabile di uso generale, dal punto di vista tecnologico
inglobava numerose idee comuni agli elaboratori in costruzione nei medesimi
anni. |
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