Il secolo della svolta per i primi veri calcolatori fu il 1600.
Due furono le scoperte che maggiormente contribuirono al raggiungimento del
calcolo automatico: (i) l'invenzione dei logaritmi e la scoperta delle loro
proprietà aprirono la strada all'invenzione del regolo calcolatore; (ii)
l'invenzione degli orologi (a pendolo) con il conseguente progresso della
meccanica di precisione aprirono la strada alla costruzione delle prime
calcolatrici meccaniche. Il regolo calcolatore e la calcolatrice meccanica,
inventati quasi negli stessi anni, sono anche rappresentativi dei due paradigmi
alternativi che hanno caratterizzato l'invenzione dei primi calcolatori: le
macchine a rappresentazione analogica e le macchine a rappresentazione numerica
(o digitale). La rappresentazione analogica si appoggia al concetto di grandezza
fisica (ad esempio, la lunghezza) e rappresenta un numero come il risultato
della misurazione di tale grandezza su un oggetto specifico (ad esempio, una
certa asta). Nella rappresentazione numerica (o digitale), il numero viene
rappresentato in modo discreto come un insieme composto da unità elementari
considerate indivisibili (ad esempio, in una taglia ogni singola tacca, oppure
in un abaco ogni singolo sassolino).
Tra i diversi tipi di calcolatori
analogici quello che ha raggiunto la maggiore diffusione è stato certamente il
regolo calcolatore. La strada per arrivare all’invenzione del regolo calcolatore
fu aperta da Nepero agli inizi del 1600 con l’introduzione dei logaritmi,
sebbene egli abbia utilizzato questa scoperta solo nell’ambito delle tavole
matematiche. |
Fig. 24. Regoli graduati con scale
una doppia dell'altra: consentono di moltiplicare o dividere per 2. Una coppia
di regoli dotati di opportune scale permette di effettuare diversi tipi di
calcoli. In particolare, possiamo: (i) fare il raffronto di due scale vicine
fisse; (ii) muovere un righello rispetto all'altro. Questi sono i meccanismi
basilari per la costruzione di diversi strumenti analogici impiegati nel
passato. L'esempio in figura illustra una coppia di regoli le cui scale sono una
doppia dell’altra: in questo caso è possibile moltiplicare o dividere per 2 un
dato numero. Questo principio è ancora oggi alla base degli scalimetri
(descritti qui di seguito). Con una scala della funzione quadrato è possibile
calcolare il quadrato di un numero oppure calcolare la funzione inversa radice
quadrata. Il limite di questo approccio è quello di essere utilizzabile
unicamente per funzioni matematiche ad un solo argomento. Si deve notare che il
calcolo di una funzione (ad esempio, il quadrato di un numero) e della funzione
inversa (ad esempio, la radice quadrata) comporta lo stesso grado di difficoltà.
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Fig. 25. Regoli addizionatori.
Utilizzando due scale metriche uguali incise su due righelli liberi di scorrere
l'uno rispetto all'altro, è possibile realizzare un semplicissimo strumento per
effettuare somme e sottrazioni. Ad esempio, dovendo sommare 6,0 con 5,5, si
sposta il righello mobile in modo che lo zero della sua scala coincida con il
valore 6,0 nella scala del righello fisso; quindi, sempre nella scala del
righello mobile si cerca il valore 5,5; infine, il risultato della somma (cioè
11,5) può essere letto sulla scala del righello fisso in corrispondenza del
numero 5,5. Con un metodo inverso a quello descritto è possibile effettuare
l'operazione di differenza. |
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Fig. 26. Lo scalimetro è uno
strumento particolare per la misurazione di distanze sulle cartine geografiche.
Questo strumento permette di leggere direttamente le distanze reali sulla
cartina evitando i calcoli necessari per la conversione di scala. Ogni
scalimetro è di solito predisposto per lavorare con diversi rapporti di
scala. |
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Fig. 27. Ricostruzione di un compasso
di proporzione. Questo tipo di strumento veniva utilizzato soprattutto dai
disegnatori che se ne servivano per ridurre o ingrandire i disegni secondo una
data proporzione e ciò, in termini matematici, corrisponde alle operazioni di
moltiplicazione e di divisione. Arricchendo lo strumento con altre scale era
possibile suddividere i cerchi in un numero proporzionato di parti, determinare
radici quadrate e cubiche, ecc. Nella figura, il perno è fissato sul valore 2:
le aste a destra del perno hanno lunghezza doppia di quelle a sinistra del
perno. Da ciò segue che ogni misura rilevata con le aste più lunghe risulta pari
al doppio di quella indicata dalle aste più corte. |
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Fig. 28. Ricostruzione del "compasso
geometrico et militare", realizzato da Galileo. I primi compassi geometrici
(noti anche con il nome di compassi di proporzione) per il calcolo
cominciarono ad apparire tra il 1500 e il 1600. In Italia uno dei primi ad
introdurre questo tipo di strumento fu Galileo Galilei (1564-1642). Questo
strumento, denominato da Galileo "compasso geometrico et militare", poteva
essere impiegato anche in topografia, agrimensura e balistica grazie alle
diverse scale dedicate a tali ambiti. Il principio di funzionamento su cui si
basa questo dispositivo per eseguire moltiplicazioni e divisioni è simile a
quello del compasso di proporzione e, in particolare, sfrutta le proporzionalità
esistenti tra le lunghezze dei lati di triangoli simili. |
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Fig. 29. Compasso geometrico in
avorio completo di tutti gli strumenti ausiliari, risalente al secolo scorso.
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Fig. 30. Manuale d'uso originale (del
1649) del compasso di Galileo. |
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Fig. 31. Un nomogramma lineare per
eseguire l’addizione. E' formato da tre scale lineari equidistanti. Con un
righello si congiungono i due valori da sommare riportati sulle due scale
esterne. Il punto in cui il righello taglia la scala intermedia fornisce la
somma dei due numeri. Il principio di funzionamento di questo strumento è legato
al concetto di punto medio: quando le tre scale sono equidistanti, il righello
taglia sempre la scala intermedia nel punto medio m di due valori a, b scelti
sulle scale esterne, ossia, in termini numerici, m = (a + b)/2. Se la
scala centrale è doppia di quelle esterne, allora invece di fornire il valor
medio di a e b, fornirà la somma a + b. |
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Fig. 32. Regolo calcolatore
settecentesco in legno. Tra i diversi tipi di calcolatori analogici quello che
ha raggiunto la maggiore diffusione è stato certamente il regolo calcolatore. Il
primo regolo calcolatore in grado di eseguire moltiplicazioni e divisioni fu
proposto dall'inglese Edmund Gunter (1581-1626) attorno al 1620 ed era basato su
una scala logaritmica riportata sopra un regolo da utilizzare insieme ad un
compasso. I primi regoli calcolatori erano di tipo circolare, mentre il primo
regolo lineare simile a quelli attuali fu realizzato nel 1654 dall'inglese
Robert Bissaker. |
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Fig. 33. Regoli moltiplicatori basati
sulle potenze di 2. I due righelli moltiplicatori riportano le potenze di due:
spostando un righello rispetto all'altro è possibile ricavare il prodotto di una
coppia di potenze (di 2). Nella figura possiamo moltiplicare il numero 4 per
un’altra potenza di 2. Il principio di funzionamento del regolo calcolatore è
del tutto simile. |
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Fig. 34. Un esempio di prodotto (2,5
´ 4,0) mediante il regolo calcolatore. Questo strumento, sfruttando le proprietà
dei logaritmi e le capacità addizionatrici dei regoli scorrevoli, permette di
svolgere rapidamente diverse operazioni facendo scorrere semplicemente il
righello centrale o spostando un indice di riferimento. |
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Fig. 35. a. b. Due regoli calcolatori
di forma diversa. |
a. moderno regolo calcolatore circolare
b. regolo a disco per calcoli su strutture di cemento
armato |
Fig. 36. Curvimetro. Il curvimetro è
uno strumento che permette di misurare la lunghezza di una curva tracciata su un
foglio di carta. La misurazione viene effettuata seguendo il percorso della
curva con una piccola ruota di scorrimento, la cui rotazione, attraverso una
serie di ingranaggi, viene riportata da un’apposita lancetta su un quadrante con
le varie scale. In termini matematici, per risolvere lo stesso problema sono
necessari calcoli complessi che richiedono l’uso dell’integrale curvilineo.
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Fig. 37. Planimetro di tipo polare.
Questo strumento costituisce l'analogo del curvimetro nella misurazione delle
aree di figure (irregolari): seguendo il contorno della superficie da misurare
mediante uno stilo si determina l'area della superficie. Il primo planimetro (di
tipo ortogonale) sembra sia stato quello progettato da J.M. Herman nel 1814 e
costruito poi nel 1817. Il planimetro polare, più preciso ed affidabile dei
modelli precedenti, verrà inventato nel 1858 dal tedesco Amsler. |
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Fig. 38. Antico planimetro ortogonale
per misurare superfici piane. |
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Fig. 39. a. b. Misurazione del volume
di un solido mediante immersione in acqua. Un cilindro graduato permette di
calcolare il volume di un solido per immersione in un dato liquido: la
differenza tra il volume del liquido dopo l'immersione e prima dell'immersione
rappresenta il volume del solido. Ovviamente, il metodo funziona con eguale
semplicità con solidi sia di forma regolare che irregolare. |
a.
b. |
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