La storia degli strumenti di calcolo ha inizio con quella delle
antiche civiltà e per lungo tempo è legata all’impiego di strumenti molto
semplici, ma efficaci per operare con numeri. La laboriosa scoperta della natura
astratta dei numeri ha preso le mosse dall'invenzione di strumenti utili per
visualizzare e manipolare i numeri stessi. Diversi ritrovamenti risalenti a
30.000-40.000 anni fa, come incisioni su ossa, inducono a pensare ad un uso
rudimentale di simboli per la rappresentazione di quantità numeriche.
Anche se gli strumenti considerati in questa sezione non sono veri
calcolatori in grado di eseguire autonomamente calcoli matematici, hanno
comunque dato un aiuto importante all'uomo nella rappresentazione dei numeri
ponendo le premesse necessarie per giungere al calcolo automatico.
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Fig. 1. Modello generale di
calcolatore, composto da un agente di calcolo (cioè la persona o il dispositivo
fisico che esegue le operazioni matematiche) e dalla memoria (cioè il supporto
per conservare le diverse informazioni elaborate durante lo svolgimento dei
calcoli). La realizzazione di un agente di calcolo è stata per molto tempo al di
fuori della portata tecnologica dell'uomo. |
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Fig. 2. Rappresentazione di numeri
secondo una tecnica rinascimentale (Luca Pacioli, Summa de arithmetica,
geometria, proportioni et proporzionalità , Venezia 1494). Le dita della mano
sono il più semplice dispositivo per contare e furono molto probabilmente anche
il primo strumento impiegato dall'uomo preistorico. L’uso di questo "strumento"
ha lasciato una traccia importante e ben visibile nella rappresentazione dei
numeri. Infatti, il numero della dita delle mani ha condizionato la scelta delle
base decimale attualmente utilizzata nella rappresentazione dei numeri. Nel
passato, le tecniche per contare mediante l’uso della mano (chiamata
indigitatio) erano particolarmente utilizzate e per molti secoli hanno mantenuto
una posizione di rilievo nell’ambito della matematica. |
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Fig. 3. a. b. Ricostruzione di
gettoni sumeri per la rappresentazione di numeri. L'impiego di un insieme di
gettoni, cioè sassolini, o conchiglie, o piccoli elementi in creta, ecc.
per rappresentare i numeri ha caratterizzato le civiltà più antiche. Il metodo
deriva dall'uso della dita per contare e in un certo senso ne costituisce un
ampliamento. Inizialmente, nelle civiltà più antiche ( ad esempio, i sumeri), il
metodo si limitava ad una corrispondenza uno a uno tra i sassolini e oggetti da
contare; inoltre, venivano utilizzati oggetti di forma diversa a seconda del
tipo di elementi da contare. Solo più tardi queste popolazioni sono riuscite ad
approdare al concetto di numero nella forma più astratta, indipendente dal tipo
di elementi da contare. Per facilitare la rappresentazione di numeri grandi, il
metodo fu poi perfezionato introducendo l'idea di rappresentare una quantità
prestabilita di elementi (cinquina, decina, ecc.) con un singolo gettone di
forma diversa. Questo espediente portò probabilmente al concetto di sistemi
numerici fondati su qualche base con l'introduzione di opportuni multipli
dell’unità: in questo caso, un sassolino di forma diversa assume un significato
simbolico più astratto e denota un gruppo di elementi. |
a. gruppo di sassi per rappresentare il numero
otto
b. ricostruzione di gettoni sumeri per la rappresentazione di
numeri |
Fig. 4. Ricostruzione di una bulla (a
sinistra, nella figura) per la rappresentazione di numeri, utilizzata dalle
antichissime popolazioni sumeriche. Inizialmente il numero da rappresentare era
descritto essenzialmente dai gettoni contenuti all'interno della bulla, che
doveva essere aperta per verificare la quantità rappresentata. Un po' alla volta
si cominciò a raffigurare sull'esterno della bulla il contenuto in modo da
evitarne l'apertura. Questo processo, spostando l'attenzione dal contenuto della
bulla alla raffigurazione esterna, portò lentamente all'introduzione di un
sistema di scrittura dei numeri indipendente dall'uso di sassolini e gettoni
fino ad approdare all'uso delle tavolette di creta. |
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Fig. 5. Ricostruzione di una taglia
utilizzata dai pastori dalmati (rappresenta il numero 11). Un altro metodo molto
comune ed antico per rappresentare numeri consiste nel fare un opportuno insieme
di incisioni su un pezzo di legno o di osso (taglia). Per contare più
facilmente le incisioni, la quinta e la decima incisione venivano indicate con
una forma diverse dalle altre. |
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Fig. 6. a. b. c. Ricostruzione di
alcune taglie utilizzate nel passato in Austria per indicare quantità di latte.
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a. taglia per indicare il numero 44
b. taglia per indicare il numero 190
c. taglia per indicare il numero 277 |
Fig. 7. Un altro metodo molto antico
per registrare numeri è rappresentato dall'impiego di cordicelle annodate. La
dimestichezza che molti popoli avevano con esse nella vita quotidiana ha
certamente suggerito il loro impiego nella rappresentazione dei numeri.
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Fig. 8. Quipu inca (del periodo
1200/1500 d.C., Museo del calcolo IBM-Europe, Parigi). Tra i vari popoli che
utilizzarono ampiamente come sistema di registrazione le cordicelle annodate
vanno sicuramente ricordati gli Incas, i cui Quipu permettevano di rappresentare
dati numerici e altri tipi di informazioni. Sfortunatamente gran parte dei quipu
è andata persa tra il 1500 e il 1700 con la colonizzazione europea |
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