A modo di linea guida
3. collaborazione attiva:
Ambito relazionale:
Rassicurare il SME, specialmente se ha basse competenze tecnologiche.
Non costringere l’esperto dei contenuti a parlare il gergo dell’e-learning, però essere sempre disponibile a spiegare termini specifici.
Bilanciare il peso delle figure che partecipano alla progettazione e-learning nella discussione dei contenuti e nella definizione delle unità didattiche.
Ambito tecnologico e dei contenuti:
In questa fase è importante la collaborazione dell’esperto dei contenuti nell’ambito dell’applicazione delle strategie didattiche, anche perché l’esperto conosce quali sono i punti critici che potrebbero trovare i discenti nell’ambito dell’apprendimento del contenuto.
Se questo SME non farà il docente nel progetto si può stilare una guida per il docente che permetta una migliore gestione del gruppo in apprendimento.
Altro punto nel quale l’esperto può collaborare è nella scelta dell’iconografia del percorso formativo.
Si possono creare degli angoli “check point” (di valutazione del discente in processo) che permettano al discente di monitorare il proprio apprendimento durante il percorso formativo.
In questa fase è importante riconfermare risorse bibliografiche, risorse internet e tutta l’informazione addizionale o facoltativa.
Ambito operativo:
E’ importante che l’esperto dei contenuti che sarà anche docente del percorso formativo elabori una agenda di lavoro per portare avanti il suo lavoro come docente nell’interfacciarsi e interagire con discenti, e-tutor, project manager e altre figure partecipanti al processo.
Esempio di agenda del docente
Azioni dell’esperto | Interlocutore | Tempi | Osservazioni |
Discenti | |||
e-tutor | |||
Project Manager | |||
Altri docenti |
In questa agenda si può segnalare l’interazione con i discenti, le tappe di valutazione, consegna e tempistica di lavoro, rapporto con gli e-tutor, project manager e altri docenti.
Per quanto riguarda l’ ambito universitario oltre a questa linea guida si potrebbe prevedere un piano di formazione per i docenti (formare i formatori).
L’ambito universitario merita un capitolo particolare, per le proprie dinamiche interne, dal mio punto di vista con l’incremento dell’uso dell’e-learning dovrebbe esserci anche un aumento della formazione dei docenti e ricercatori.
È importante essere consapevoli che i docenti universitari non devono diventare esperti e-learning, però conoscendo il campo di azione sarà più facile collaborare nell’ambito della formazione a distanza.
Il training permetterà ai docenti di capire e provare la distanza nella formazione, la differenza che c’è nelle strategie didattiche, e gli permetterà di riformulare anche le sue proposte didattiche.
Come prima cosa bisogna fare una formazione iniziale dei docenti:
- ai cambiamenti avvenuti nella didattica grazie all’introduzione delle nuove tecnologie; alle conoscenze informatiche;
- alle piattaforme da usare;
- agli strumenti di comunicazione dell’e-learning: si tratta di trasmettere il funzionamento tecnico,le modalità comunicative in rete poiché la fenomenologia della comunicazione in rete è diversa alla comunicazione in presenza per arrivare a capire quali sono gli usi ottimali dei diversi tool sincroni e asincroni.
[1] Roberta Volpato instructional designer e-Mentor
[2] Chiara Rizzi Cepad Università Cattolica del Sacro Cuore Milano
[4] CERfad (Commissione Regionale per la Certificazione dei Materiali Didattici e dei Servizi per la Formazione a Distanza) Regione Emilia Romagna http://www.regione.emilia-romagna.it/cerfad/