Come interfacciarsi con il SME
Per poter sviluppare degli strumenti per interfacciarsi con il SME è importante delimitare l’ambito d’azione perché azienda e università sono realtà diverse in cui il rapporto con il SME si svolge in un modo particolare. Ogni realtà ha le sue caratteristiche e in ognuna si potrebbe sviluppare una tipologia diversa di SME.
Svolgo la tematica sull’ambito aziendale e universitario perché qui ho fatto la mia esperienza di lavoro e formazione nell’e-learning, non ho sviluppato le caratteristiche della figura nella pubblica amministrazione perché non ho esperienza nell’ambito. Secondo questa ho potuto trovare diversi tipi di SME che mi hanno permesso di delineare queste tipologie.
Tipologie di SME:
Queste sono le tipologia di esperto dei contenuti che secondo la mia esperienza si ritrovano nei due ambiti:
Ambito universitario | Ambito aziendale |
1. Docente tradizionale | 1. Esperto dei contenuti |
2. Docente tecnologico | 2. Esperto dei contenuti con esperienza nel campo della formazione |
3. Docente con esperienza e-learning | 3. Esperto dei contenuti con esperienza docente ed esperienza e-learning |
Prima di sviluppare queste tipologie segnalo brevemente la situazione in ogni ambito di lavoro.
In università l’e-learning ha provocato un forte impatto sia sull’organizzazione che sui processi interni perché necessita di strutture e attrezzature specifiche, con personale formato e competente, con profili diversi che permettano la diversità di ruoli. In questo ambito il SME non è un consulente esterno ma fa parte del personale della struttura universitaria. In molte università sono stati creati dei dipartimenti o centri che si occupano dell’e-learning, e anche del sostegno e formazione in questo ambito dei docenti.
È importante che il docente conosca le possibilità della metodologia che propone l’e-learning per poter sfruttare tutta la potenzialità che offre la tecnologia e il lavoro in rete, non certamente per sviluppare il tutto da solo. Bisogna segnalare che si deve dare un ampio spazio alla simulazione e all’esercitazione, quindi il SME deve essere indotto a conoscere queste metodologie, non per svilupparle direttamente però per poter indicare in che momento usarle.
Secondo Trentin[1] il cambiamento del ruolo del docente in università, che si sposta dalla figura del docente che tiene lezione frontale verso quella di un facilitatore dell’apprendimento, contribuendo alla progettazione del materiale multimediale e a volte partecipando a delle attività on line; questo cambiamento nel suo ruolo, si traduce in un sovraccarico di lavoro quando il docente oltre all’e-learning continua a fare la formazione tradizionale, vale a dire che il docente aggiunge al suo lavoro giornaliero le attività di e-learning ed è per questo che subisce un sovraccarico di lavoro.
Lo scenario universitario cambia perchè nell’e-learning oltre curare la didattica dell’ insegnamento e dell’apprendimento bisogna costruire un ambiente accogliente che permetta la relazione on line, l’adozione di nuovi materiali didattici e nuove metodologie di apprendimento e insegnamento.
Un altro elemento che bisogna tenere presente è la qualità nell’e-learning. Per quanto riguarda l’ambito universitario possiamo segnalare gli indicatori IHEP[2], in cui rientrano alcuni indicazioni per l’assistenza ai docenti:
- I docenti devono potersi avvalere di assistenza tecnica per lo sviluppo dei corsi e devono essere incoraggiati a ricorrervi,
- Presenza di assistenza costante ai docenti nella fase di transizione fra la didattica in presenza e la didattica on line,
- I docenti devono avere a disposizione risorse scritte come guida alle questioni che sorgono a seguito dell’uso da parte degli studenti di dati digitali.
Questi indicatori di qualità, per quanto riguarda l’assistenza dei docenti che fanno parte di progetti e-learning permettono di aumentare la qualità della partecipazione ai progetti e avere un sostegno sistematico dei docenti che li renda più autonomi nel lavoro. Come ho già detto in precedenza, generalmente questi aspetti vengono curati da centri specializzati all'interno di ogni Ateneo.
In ambito universitario troviamo due profili di SME:
a) docente tradizionale:
è un esperto dei contenuti che in alcuni casi ha basse competenze tecnologiche che, a volte si rifiuta perfino di controllare la sua posta elettronica, questa descrizione non vuole essere negativa, il fatto di non gestire la tecnologia non vuole dire che si tratti di un pessimo docente, o che non si aggiorni. Questo docente è abituato alla lezione in presenza, nella quale espone i contenuti e interagisce con i suoi studenti, a chi da dei compiti per valutarli nel percorso formativo, prima della valutazione finale.
In alcune università, per la gestione della tecnologia, in aula c'è un tutor che se ne occupa; il docente pensa solo all’esposizione e gestione dei contenuti.
Con questo tipo di SME bisogna interfacciarsi con molta calma e pazienza, rassicurando l’esperto che avrà il sostegno e l’orientamento necessario per presentare i suoi contenuti. In questo caso se si presentano con anticipo delle griglie bisogna spiegare anche i termini propri dell’area tecnologica usati per facilitare il processo d’interfaccia, mettendosi al posto di una persona molto formata però che ha poca familiarità con la tecnologia.
L’uso delle griglie e linea guida serviranno al docente a sistematizzare i contenuti, e a conoscere anche tutte le risorse che si possono usare nell’e-learning.
In questi casi potrebbe essere interessante avere un tutorial da piattaforma a utilizzare, delle FAQ dell’area tecnologica che includa le procedure, da come si scarica o carica un file, a come si procede quando un computer si blocca, passando per l’antivirus, ecc.
b) docente tecnologico:
Un docente che cerca di ridefinirsi e adeguarsi a una nuova modalità di insegnamento innovativo, questo significa che ha dovuto ripensare il suo bagaglio di conoscenze e attività. Ci vuole un atteggiamento flessibile da parte del docente davanti all’apertura di nuovi scenari educativi. Generalmente si tratta di un docente che si è formato anche in ambito tecnologico, però approfondisce e applica la tecnologia in modo quotidiano.
Al momento d’interfacciarsi con questo SME la presentazione di griglie e linea guida agevoleranno il lavoro; il vantaggio è che avendo esperienza tecnologica ci sarà una intesa più facile in questo ambito.
c) docente con esperienza e-learning:
In questo caso bisogna vedere come è stata l’esperienza e-learning, come docente o come discente; è importante sapere cosa pensa e con che tipo di e-learning è entrato in contatto, se ha provato il lavoro collaborativo, in definitiva come è stato il suo approccio. Il lavoro di questo docente sarà più autonomo e si potranno applicare le griglie in forma più agile.
In ambito aziendale la formazione è fondamentale, per questo si cerca di creare nuovi sistemi per sviluppare l’apprendere; questa formazione deve caratterizzarsi per l’incremento delle capacità d’apprendimento, sviluppando il know how e aumentando la produttività delle risorse umane; cercando d’imparare riducendo i costi e accelerando i tempi d’apprendimento. È qui che l’e-learning ha un ruolo fondamentale.
Oggi è anche importante la learning organization che tende alla creazione, scambio e condivisione della conoscenza, dove l’interazione diventa fondamentale, però è anche difficile la presenza sincrona dei singoli membri per lo scambio.
Il lavoro di squadra è alla base della crescita aziendale. Questo ha generato molti cambiamenti; Elliot Masie[3] ha segnalato che il contesto è diventato più importante del contenuto, perché oggi i processi di produzione dell’educazione a distanza sono lenti e dovranno adattarsi ai vertiginosi cambiamenti che il mercato propone. La flessibilità che richiedono gli affari oggi domandano di conseguenza una costruzione di contenuti agile ed efficiente, consoni al bisogno di questo momento, questa è la via per il “rapid learning”, tenendo sempre presente che in ambito di formazione aziendale l’apprendimento non è superficiale; e servono risultati.
In ambito aziendale troviamo la figura del formatore, anche come consulente, a cui, come dice Quaglino[4], viene riconosciuto un ambito d’azione dai confini più ampi, per cui la formazione non è solo una attività didattica ma piuttosto uno strumento di intervento.
La figura del SME in azienda va legata alla figura del consulente, anche esterno. Mi piace pensare a un consulente di processo[5] con un atteggiamento e disponibilità alla cooperazione, compenetrato nella realtà organizzativa.
Qui troviamo tre profili di SME
a) esperto dei contenuti
Questo esperto dei contenuti non ha esperienza da docente e neanche nella progettazione didattica, per questo va indirizzato ai criteri didattici che entrano in gioco nel percorso formativo. Questa persona è diventata esperto per via delle sue esperienze lavorative e di vita, è generalmente una persona molto pratica, in questo caso l’impalcatura didattica fornita dall’ID diventa fondamentale. In alcuni casi può essere necessario indirizzare l’estrazione dei contenuti per sfruttare al massimo le conoscenze dell’esperto, per questo è importante che le domande per l’intervista vengano elaborate in modo preciso e mirato.
La predisposizione di griglie sarà molto utile, anzi assumono un ruolo fondamentale nell’indirizzare l’esperto dandogli un importante scaffolding didattico.
Per questo gli strumenti vanno spiegati in dettaglio all’esperto. In questo caso è molto importante il sostegno dell’ID nella spiegazione delle strategie didattiche e della valutazione. Il CM dovrà tenere conto dell’esperienza dell’esperto per estrarre i contenuti.
b) esperto dei contenuti con formazione docente
Questo SME ha il vantaggio della conoscenza dell’impalcatura didattica e l’esperienza nello sviluppo e strutturazione di un contenuto; ha anche esperienza nella gestione di gruppi sia piccoli che grandi, ed è abituato a preparare degli esercizi di valutazione partendo dai contenuti erogati. Nel processo d’interfaccia va rassicurato fondamentalmente nell’area tecnologica, specificamente nella piattaforma, l’uso della multimedialità, nella conoscenza delle strategie didattiche dell’e-learning, e nel uso degli strumenti di comunicazione sincrona ed asincrona.
L’uso delle griglie agevolerà il lavoro dell’esperto. L’approccio dell’ID con questo tipo di esperto servirà a cercare di sviluppare la creatività nella applicazione delle strategie didattiche.
c) esperto dei contenuti con esperienza e-learning
Con questo SME l’approccio sarà più semplice perché conoscendo la metodologia e-learning agevolerà lo sviluppo del progetto, però bisogna capire quale è stata la sua esperienza con l’e-learning, e con quale tipologia. Solitamente sono dei docenti con una vasta esperienza di lavoro in aula, di strutturazione di contenuti e valutazione. Hanno inserito le nuove tecnologie nei loro corsi, e si sono inoltre formati in ambito tecnologico.
Questa figura sarà la più richiesta in futuro dato che con il passare del tempo tutte le figure partecipanti nella progettazione si specializzano ogni giorno di più.