Comunità virtuale, online o cibercomunità?
In precedenza si è accennato al fatto che l’aggettivo “virtuale” non sia così adatto a descrivere il fenomeno a cui dà vita un gruppo di persone che si incontra stabilmente in rete, fino a formare quel costrutto di significato che sopra abbiamo definito come comunità. I motivi di questa inadeguatezza risiedono nel fatto che il termine “virtuale” viene comunemente contrapposto a “reale” per indicare un’esperienza di minor spessore (Paccagnella, 2000), quasi un feticcio o surrogato del reale stesso.
Questa accezione non può andare bene per le comunità in rete, in quanto esse non sono meno reali di quelle caratterizzate da incontri FtF, così come confermato da molti studi sul campo (per citarne solo alcuni: Paccagnella, 1997b; Cappussotti, 1997; Baym, 2002; Giuliano, 2002), e dai membri stessi delle comunità online, come potremo mostrare in seguito.
Per queste ragioni sembra più indicato usare il termine “comunità online” così da far risaltare ciò che le distingue effettivamente: non l’essere meno reali, ma l’essere in rete.
Va però specificato che il termine “cibercomunità” (traduzione in italiano del termine inglese “cybercommunity”) sembra essere ancora più adatto, poiché il termine “comunità online” potrebbe far passare l’idea che si tratti di comunità come le altre, con la sola differenza di essere in rete. Questo è vero solo fino ad un certo punto, in quanto le comunità nate in rete vengono influenzate dalla rete stessa, che non è solo un semplice ambiente esterno. Il termine “cibercomunità”, invece, sembra rendere maggiormente la peculiarità di questo tipo di comunità. In questo testo, comunque, verrà usato il termine “comunità online”, dato che il termine “cibercomunità” appesantirebbe eccessivamente il discorso.
Come
fa notare Paccagnella (2000), il concetto di comunità virtuale è
legato, oltre che a quello di comunità, soprattutto alle nuove
tecnologie della comunicazione. Già McLuhan (1964) parlava di
“villaggio globale”, intendendo con questo ossimoro il fatto che ciò
che in passato aveva dimensioni e distanze enormi, ora grazie
all’innovazione delle comunicazioni è a portata di mano in tempo reale,
rendendoci tutti abitanti dello stesso villaggio “mondo”. Tralasciando
la questione se il concetto di villaggio globale possa essere ancora
valido o meno (McLuhan e Powers, 1986), è interessante vedere come in
questa definizione sia la comunicazione a creare la comunità.
La
dimensione comunicativa è preponderante anche in quella che forse è la
definizione più famosa di comunità virtuale, quella data da Rheingold:
Le
comunità virtuali sono aggregazioni sociali che emergono dalla rete
quando un certo numero di persone porta avanti delle discussioni
pubbliche sufficientemente a lungo, con un certo livello di emozioni
umane, tanto da formare dei reticoli di relazioni sociali personali nel
ciberspazio. (Rheingold, 1994: 5)
Come riportato da
Paccagnella (2000), questa definizione è stata criticata come
“culturalista”, in quanto considera la comunicazione come il risultato
di relazioni sociali e non di uno spazio fisico comune; ed è stata
accusata anche di determinismo tecnologico, dato che l’autore, in altri
punti, sembra affermare che sorga una comunità ogni volta che si
disponga di tecnologie di comunicazione mediata dal computer; per
finire, a molti è sembrata vaga e imprecisa.
Sta di fatto che
l’idea che possano esistere delle comunità online è strettamente legata
alla trasformazione delle reti telematiche da strumento di calcolo in
ambiente di comunicazione e socialità (Paccagnella, 2000). Le
reti hanno cominciato ad essere considerate luoghi di incontro e la
metafora del ciberspazio ha cominciato a diffondersi, ridando uno
spazio, un luogo, a quelle comunità appena nate.
Bisogna però stare
attenti e non cadere nella trappola del determinismo tecnologico,
pensando che sia la tecnologia la causa del crearsi della comunità: se
non esistono interessi, valori, simboli, significati comuni e senso di
identità e appartenenza, difficilmente si può parlare di comunità.
Rimane l’interrogativo su quanto profonde e radicate debbano essere
queste caratteristiche, ma questo è un problema dello studio delle
comunità in genere, non solo per le comunità online.
Anche se non si è arrivati ad una definizione esaustiva e specifica di comunità online, visto che lo stesso concetto di comunità sembra essere sfuggente, gli studiosi concordano almeno su alcune dimensioni costanti che la caratterizzano (Paccagnella, 2000: 128):
- Personae5 coerenti e stabili, di solito con nomi o pseudomini che non cambiano frequentemente.
- Relazioni interpersonali condotte attraverso diversi livelli (forum, e-mail private, chat, contatti telefonici, incontri FtF).
- Condivisione di un linguaggio.
- Sviluppo di un sistema di norme e ruoli.
- Esecuzione di rituali più o meno complessi che delimitano i confini della comunità.
A parte qualche dettaglio, si può facilmente notare come queste dimensioni siano tipiche anche delle cosiddette comunità “reali”, confermando il fatto che comunità online e offline siano reali nella stessa misura o, volendo guardare la questione da un altro punto di vista, siano tutte e due costruite socialmente dai propri membri, frutto della loro rappresentazione comune della realtà. Come direbbe Anderson (1983)6, tutte e due sono immaginate.
La stessa cosa viene ribadita da Fernback:
La
cibercomunità non è solo una cosa; è anche un processo. Essa è definita
dai suoi abitanti, i suoi confini e i suoi significati sono
rinegoziati, e sebbene le comunità virtuali posseggano molti dei tratti
essenziali come le comunità fisiche, esse posseggono soprattutto la
“sostanza” che rende possibile ai propri membri esperienze comuni e
significati condivisi. (traduzione dall’inglese; corsivo nel testo
originale; Fernback, 1999: 217)
Per concludere, cos’è allora
una comunità online o una cibercomunità? Essa è un’entità e un processo
allo stesso tempo. E’ costrutto culturale che emerge sia dalla
conoscenza accumulata riguardo al concetto di comunità, e sia dalla
nostra osservazione delle sue manifestazioni nel ciberspazio.
5 Per persona si intende “il complesso di pratiche di presentazione di un Sé specifico in rete”. (Paccagnella, 2000: 89)
6 Benedict Anderson, nel suo trattato sul nazionalismo Imagined Communities, afferma infatti che tutte le comunità sono immaginate in quanto “nelle menti di ogni membro vive l’immagine della loro comunanza”. (Anderson, 1983:15)