I "memos" di Calvino
Leggerezza,
Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità...e Coerenza - Calvino,
pur avendola già in mente, non fece in tempo a scriverla in
forma compiuta sulla carta: queste le "Lezioni
americane: sei proposte per
il nuovo millennio”, conferenze che Calvino avrebbe dovuto
leggere ad Harvard nell'anno accademico 1985/86 – morì poco
prima do completarle, nel settembre del 1985.
Le "Lezioni americane" hanno conosciuto con la Rete un'enorme popolarità fra gli addetti ai lavori: la loro perfetta capacità di rappresentare punti di riferimento validi
per costruire e definire la nascente scrittura sul web le ha circondate di un alone
profetico.
In realtà le “Proposte” sono l'estrema e
felice sintesi dell'avventura umana e intellettuale di Calvino,
vissuta nella ricerca di punti di connessione fra letteratura,
filosofia e scienza: una ricerca che, iniziata con l'educazione laica
impartita da genitori di formazione tecnico – scientifica, vira
nella decisione di dedicarsi alla letteratura, continua
nell'interesse giovanile per le teorie astronomiche e cosmologiche e
arriva alla passione per le scienze naturali e sociologiche e la letteratura combinatoria del periodo parigino.
E'utile ricordare anche che, se all'inizio degli anni '60 Ted Nelson
conia il termine “ipertesto”, Calvino poco dopo battezza
“iperromanzo” un modello di romanzo che, già a partire
dal “Finnegans Wake” di Joyce ha minato radicalmente la
tradizionale struttura lineare del testo narrativo.
Molto tempo prima delle “Lezioni americane” Calvino ha cercato di
fondere tutte queste diverse istanze attraverso la sua stessa arte: nascono così
le "Cosmicomiche", "Ti con zero" e poi, con l'applicazione della tecnica combinatoria, “Il
castello dei destini incrociati”, “La taverna dei destini
incrociati” e “Le città invisibili”: chiude il percorso “Se una
notte d'inverno un viaggiatore”, capolavoro composto da una molteplicità
di opere, di temi, di modelli narrativi e iperromanzo per eccellenza
di un autore che ha inseguito e cercato di rappresentare con i suoi strumenti la
conciliazione tra sapere
umanistico e scientifico, superando le loro tradizionali e ormai sterili antinomie e
indicandoci quella stessa strada che oggi percorriamo sul web.