L'E-learning come formazione integrata
1. Premessa
Dei dati di partenza per
questa analisi, li possiamo prendere sicuramente da una recente ricerca
della ANEE (Associazione dei servizi e contenuti multimediali). La
ricerca in questione, pubblicata come consuntivo per il 2003
dell’attività permanente di osservatorio sull’E-learning che l’ANEE
svolge, ha rilevato un dato sconcertante. Su 57 Università italiane che
offrono corsi di formazione a distanza, che da questo momento
indicheremo come FAD, soltanto 12 funzionano correttamente.
Le
potenzialità dell'E-learning, in termini di interattività e
coinvolgimento degli studenti, continuano ad essere decantate da
aziende ed Università, ma risulta sempre più evidente che l'offerta sul
mercato rimane scadente.
Agli studenti vengono offerti supporti
informatici per accedere al materiale didattico tradizionale, si
assiste alla semplice trasformazione del foglio cartaceo in foglio
digitale, ma questo non fa che rendere più scomoda la lettura dei
testi, facendo perdere tutti i vantaggi della formazione on-line.
Dalla ricerca emerge che nel 60% dei casi si tratta di E-reading e non di Elearning.
Ma vediamo nel dettaglio.
Secondo
i dati forniti dalla ricerca attualmente il 72% circa degli atenei
italiani è impegnato di iniziative di formazione online.
Di questo
72% solo il 7,6% è rappresentato da quegli atenei caratterizzati da
un’offerta a regime, mentre il restante 64,6% è costituito dalle vasta
ed eterogenea nebulosa di sperimentazioni su piccola scala. La prima
piccola fetta è essenzialmente concentrata a nord, mentre la seconda si
estende a macchia di leopardo in tutta Italia, con prevalenza ancora
una volta a nord e al centro. Il 28% circa delle università italiane
ancora non ha intrapreso alcuna iniziativa in merito; si può tuttavia
ritenere che questi atenei si stiano interrogando sulle possibilità e
le modalità di adozione di soluzioni E-learning e che nel giro di
qualche anno sperimentino attività di didattica online.
Uno dei
fattori che sta contribuendo alla scarsa richiesta di componenti della
catena del valore è da ricercare nell’approccio mediamente utilizzato
dagli atenei
verso l’e-learning. Di fatto, nella maggior parte dei
casi, si assiste ad iniziative autonome da parte di cattedratici
desiderosi di portare avanti la causa, senza un reale supporto centrale
ed istituzionale.
Si tratta per lo più di iniziative a carattere
personale che, scontrandosi con le modestia dei budget a disposizione,
faticano a trovare gli spazi – soprattutto economici – per l’adozione
di un’offerta standard disponibile sul mercato.
Ne consegue che
circa il 50% delle Università che dichiarano di fare E-learning,
sviluppano in realtà supporti informatici che vengono messi a
disposizione on-line.
Di fatto siamo di fronte ad attività di “E-reading” piuttosto che E-learning.
In
effetti, è facile notare una cosa. Nel tanto parlare di FAD e di
E-learning, spesso si fa confusione, perdendo di vista non solo quelle
che sono le potenzialità di questa modalità formativa, ma soprattutto
se ne perdono di vista le caratteristiche, tanto da ottenere qualcosa
che dall’E-learning si distacca e che termina con il divenire qualcosa
di altro, di diverso, come mette in rilievo la citata ricerca.
2. Le caratteristiche dell’E-learning
Un
primo passaggio è dunque quello di specificare le caratteristiche che
contraddistinguono l’E-learning, soprattutto mettendo in rilievo quelle
componenti necessarie a definirla tale. Discorso che ci porterà ad
individuare vantaggi e svantaggi delle sue specificità.
2.1 Una definizione
Visto
che il nostro discorso parte da una ricerca ANEE, proponiamo la
definizione di E-learning espressa dalla stessa ANEE nel rapporto
sull’E-learning per il 2003, definizione che riteniamo ampiamente
condivisibile:
“L'E-learning è una metodologia di
insegnamento e apprendimento che coinvolge sia il prodotto sia il
processo formativo. Per prodotto formativo si intende ogni tipologia di
materiale o contenuto messo a disposizione in formato digitale
attraverso supporti informatici o di rete. Per processo formativo si
intende invece la gestione dell'intero iter didattico che coinvolge gli
aspetti di erogazione, fruizione, interazione, valutazione.
In
questa dimensione il vero valore aggiunto dell'E-learning emerge nei
servizi di assistenza e tutorship, nelle modalità di interazione
sincrona e asincrona, di condivisione e collaborazione a livello di
community.
Peculiarità dell'E-learning è l'alta flessibilità
garantita al discente dalla reperibilità sempre e ovunque dei contenuti
formativi, che gli permette l'autogestione l'autodeterminazione del
proprio apprendimento; resta tuttavia di primaria importanza la
scansione del processo formativo, secondo un'agenda che responsabilizzi
formando e formatore al fine del raggiungimento degli obiettivi
didattici prefissati. ”
2.2 Interazione sincrona e asincrona
Un
nodo cruciale della definizione, emerge dalla distinzione tra
interazione sincrona e asincrona, che porta ad analoghe modalità
didattiche. Ma vediamo anche in questo caso delle definizioni.
2.2.1 Formazione asincrona
Per
formazione asincrona si intende una situazione di relazione formativa
in cui i soggetti comunicano da luoghi diversi e in tempi diversi. Non
vi è dunque una presenza contemporanea di docente e discente, e quindi
l’interazione tra di loro è ovviamente limitata. Gli strumenti che di
solito vengono utilizzati in questa modalità formativa sono diversi. Si
va dalla audiocassetta e videocassetta, al cd-rom, dal corso per
autoapprendimento reso disponibile tramite internet, alla lezione
trasmessa televisivamente, dall’utilizzo di e-mail, ai gruppi di
discussione fra partecipanti on-line.
2.2.2 Formazione sincrona
Per
formazione sincrona si intende una situazione di relazione formativa in
real-time, in cui docenti e discenti comunicano da luoghi diversi ma
contemporaneamente. Vi è dunque un’interazione che, seppure mediata
dallo strumento informatico, è contemporanea, con tutti i vantaggi in
termini di interattività che questo comporta.
Gli strumenti
solitamente utilizzati per la modalità sincrona di FAD sono le chat
room, le classi virtuali con un’integrazione che si basa sulla
telefonia ma soprattutto su internet, la video o audio conferenza.
2.2.3 Formazione mista sincrona-asincrona
Una
modalità di FAD che preveda l’utilizzo combinato di alcuni elementi
metodologici e strumenti tecnologici delle due diverse forme di
apprendimento, sincrona ed asincrona, viene definita come modalità
mista. Sicuramente si tratta della forma più completa ed articolata di
FAD.
2.3 Tutorship
Un secondo elemento che possiamo
estrapolare dalla definizione presa in considerazione è quello relativo
alla presenza di meccanismi di tutorship. Anche in un contesto di
E-learning il tutor può essere individuato come quella professionalità
alla quale sono affidati i compiti di facilitare lo studente nel
percorso che porta alla acquisizione dei concetti, ma anche alla
maturazione e alla consapevolezza professionale. Il tutor deve quindi
aiutare lo studente a definire i propri obiettivi di studio, attraverso
l’elaborazione di programmi concreti; deve aiutare il discente nel
processo di autovalutazione e nella gestione autonoma dello studio;
deve individuare e suggerire uno stile di apprendimento che sia
produttivo per lo studente. Deve favorire l'ottimizzazione delle
possibilità di apprendimento.
Questi compiti possono essere tranquillamente trasposti nella FAD. In questo caso cambiano le modalità, ma non le finalità.
Anche
per il tutoraggio possiamo individuare delle modalità sincrone e
asincrone, con possibilità di interazione anche nel secondo caso,
mantenendo però il presupposto che il livello di interazione rimane
comunque basso.
Come vediamo la funzione di tutorship è legata
comunque alla scansione del processo formativo, secondo un'agenda che
responsabilizzi formando e formatore al fine del raggiungimento degli
obiettivi didattici prefissati che troviamo nella definizione di
e-learning che abbiamo preso come riferimento.
2.4 FAD e formazione tradizionale, differenze, vantaggi e svantaggi
Un
discorso sempre aperto, e sul quale stranamente non esiste un
orientamento univoco di studiosi e operatori, riguarda il rapporto tra
la FAD e la formazione tradizionale.
Indubbiamente la formazione in
aula, la cosiddetta formazione in presenza presenta diversi vantaggi.
Per partire, sicuramente possiamo far riferimento alla maggiore
esperienza e confidenza che sia i docenti che i discenti hanno con la
formazione tradizionale. L’esperienza insegna che la conversione da
docente tradizionale a docente virtuale è spesso difficoltosa.
La
docenza in presenza, inoltre, ha tutti i vantaggi dell’interazione
faccia a faccia, con la possibilità di cogliere tutti i segnali della
comunicazione paralinguistica e non verbale, con la possibilità di
aggiustamenti comunicativi nel corso della comunicazione stessa. Delle
caratteristiche della comunicazione mediata da computer torneremo, nel
dettaglio, più avanti.
Un’altra componente essenziale della
formazione tradizionale, della classe e della lezione frontale, è la
componente sociale del processo formativo. Il confronto tra docente e
allievo è costante, quello tra gli allievi lo è altrettanto, portando
allo sviluppo di momenti collaborativi di apprendimento.
Ma per
l’aula tradizionale non mancano gli svantaggi. La dimensione
interattiva, che indicavamo come punto di forza, viene a mancare quando
l’uditorio è molto vasto. Le università hanno sempre più spesso corsi
seguiti da centinaia, se non migliaia di persone. In questo caso la
vastità dell’uditorio annulla la possibilità di cogliere feedback di
natura non verbali, a meno che non siano collettivi e clamorosi. Da non
sottovalutare la ripetitività delle funzioni del docente, cosa che
rischia di portare a meccanismi di demotivazione.
Rispetto alla
formazione tradizionale, uno dei vantaggi della FAD, dell’Elearning in
particolare, è costituito sicuramente dall’annullamento delle distanze.
Docenti ed allievi possono interagire anche a grandissima distanza.
Le
tecnologie informatiche, inoltre, consentono delle interazioni che
possono essere sia one to one, sia one to many, sia many to many.La
stessa possibilità di formazione asincrona costituisce un vantaggio
della FAD.
Rendendo i contenuti disponibili e fruibili nei momenti e
nei luoghi scelti dai discenti, la modalità asincrona comporta
innegabili vantaggi. In questo modo è possibile seguire un corso on
line da qualsiasi luogo al mondo, basta avere a disposizione un
computer e una connessione ad Internet. In questo modo è possibile
raggiungere studenti che abitano in luoghi collegati male, isolati,
lontani da strutture tradizionali di formazione, e che altrimenti non
avrebbero accesso ad opportunità formative.
Un altro fondamentale
punto di forza della FAD è la grande flessibilità nei modi e negli
stili di apprendimento. C’è la possibilità di personalizzare, sia da
parte del docente che del discente, il percorso formativo. Si possono
valutare le competenze e in base a queste individuare degli obiettivi
specifici da raggiungere, in base alla situazione effettiva di chi deve
essere formato. In questo modo lo studente non subisce il percorso
formativo, come nella grande maggioranza dei casi, ma contribuisce a
delinearlo in modo attivo e consapevole. In questo senso si può parlare
di rivoluzione copernicana della formazione.
Da una formazione,
quella classica, che si basa sulla centralità del mediatore didattico,
di solito il docente, si passa ad una formazione, quella a distanza,
che mette al centro il fruitore della didattica.
I software di
gestione didattica, inoltre, consentono al docente una migliore
gestione della didattica, con la possibilità di monitorare con
efficienza il loro lavoro, il livello di preparazione raggiunto dagli
allievi. La forma digitale consente anche una gestione più flessibile
dei materiali didattici.
Diversi vantaggi derivano anche dalla notevole riduzione di costi che la FAD, in particolare l’E-learning, comporta.
Possiamo
individuare vantaggi in termini di diminuzione di spese di viaggio, per
la remunerazione dei docenti, per i materiali, oltre alla riduzione dei
tempi di formazione e delle conseguenti spese.
Ma la trattazione nel dettaglio di questi vantaggi economici esula da quelle che sono le finalità della nostra trattazione.
3. E-learning e FAD sincrona, un binomio inscindibile?
Per
dare una risposta a questa domanda, può aiutare, a nostro parere, in
modo preliminare, la ricostruzione di quelle che sono state la tappe
della FAD.
3.1 Le tappe della FAD
Se analizziamo la
storia della FAD, possiamo individuare tre generazioni, ognuna
caratterizzata da sviluppi e da strumenti ben precisi. Questa
suddivisione deriva da Garrison e Nipper.
3.1.1 FAD di prima generazione – la posta ordinaria
La
prima generazione è caratterizzata dall’utilizzo della corrispondenza
ordinaria. L’origine di questa tipologia di FAD può essere collocata
negli Stati Uniti e in Canada, nel XIX secolo, quando si cominciò ad
utilizzare la posta ordinaria per la distribuzione a domicilio di
materiale didattico. In sintesi, questa modalità didattica consisteva
nell'invio per posta di libri e dispense ma anche di test che poi i
corsisti dovevano restituire dopo averli evasi come verifica dei loro
progressi formativi.
3.1.2 FAD di seconda generazione – la multimedialità
Lo
spartiacque della seconda generazione può essere considerato la
televisione. Il periodo di passaggio risale dunque agli anni sessanta
del secolo scorso. A libri e dispense in formato cartaceo si affiancano
audiocassette e videocassette, più tardi CD-rom e software didattici.
3.1.3 FAD di terza generazione – Internet
L’avvento
delle reti telematiche modifica profondamente la FAD. In particolare
l’innovazione arriva dalla reti delle reti, ovvero Internet. La
rivoluzione vera e propria è una rivoluzione in termini di
comunicazione. La grossa rottura della terza generazione, in questi
termini, può essere vista su due versanti.
1.
Il primo riguarda la comunicazione tra studenti e allievi, molto
rarefatta nelle prime due generazioni, se non praticamente inesistente.
2.
Il secondo riguarda la comunicazione tra studenti, questa impossibile
nelle prime due generazioni di formazione a distanza.
In questo
modo viene superata una delle maggiori difficoltà della FAD, quella di
una totale mancanza di una dimensione sociale e socializzante del
percorso formativo.
La formazione tradizionale ha un connotato di
processo sociale che ne fa un indubbio punto di forza e che può essere
recuperato attraverso la creazione di una comunità virtuale in cui sia
possibile una effettiva interazione tra studenti, tutor e docenti.
L’E-learning
si caratterizza dunque come strumento privilegiato della FAD di terza
generazione, laddove le prime due generazioni sono contraddistinte da
una modalità di formazione individuale, come modalità di approccio ai
contenuti, contrapposto ad una modalità di apprendimento collaborativa
propria delle comunità virtuali.
3.2 FAD di terza generazione, Internet come medium trasmissivo o come Medium collaborativo?
Dalla
distinzione appena operata, tra formazione individuale, propria delle
prime due generazioni di FAD, e formazione collaborativa, tipica della
terza generazione, possiamo ricavare una seconda tipologizzazione,
quella tra internet utilizzato come medium trasmissivo o come medium
collaborativo.
Nel primo caso la rete è utilizzata semplicemente per
scaricare del materiale, diventa dunque un sostituto tecnologicamente
avanzato che sostituisce la posta come medium di trasmissione dei
materiali didattici.
Nel caso in cui la rete sia utilizzata per
creare luoghi virtuali, in cui docente e studenti possano agire in una
comunità di apprendimento che ricalca la classe tradizionale.
In
effetti, la questione se dover intendere Internet come medium
trasmissivo o collaborativo, dal nostro punto di vista, è semplicemente
retorico. Una FAD che utilizza Internet, invece che la posta
tradizionale, continua ad essere una formazione di seconda generazione,
addirittura di prima se i materiali didattici sono semplici unità
testuali digitalizzate. La rivoluzione comunicativa, introdotta dalla
terza generazione, non è sfruttata, il salto non è compiuto. Per usare
una metafora, sarebbe come prendere una Ferrari ultimo modello per
farla trainare da cavalli. In questo caso il passaggio dalla carrozza
trainata da cavalli all’automobile non è avvenuto, anche se siamo
seduti su un gioiello della tecnologia. La domanda non è tanto retorica
però, se torniamo ai risultati dell’osservatorio ANEE.
La
distinzione nel rapporto ANEE tra E-reading ed E-learning è corretta,
alla luce delle considerazioni condotte. Può sembrare dura, eccessiva,
ma nei fatti non lo è.
Eccessivo sembra l’uso del termine E-learning di cui fanno uso, o meglio abuso, molte università ed enti di formazione.
4. E-learning, il nodo dell’interazione sincrona
Posto
che un approccio di E-learning non possa prescindere dall’utilizzo di
Internet anche come medium collaborativo, posto che la caratteristica
della FAD di terza generazione debba essere necessariamente essere la
rivoluzione comunicativa che consente l’interazione tra docenti e
allievi, e tra gli allievi stessi, quello che resta da indagare è la
natura di questa interazione.
Può trattarsi di un’interazione
esclusivamente asincrona, legata a forum, posta elettronica, gruppi di
discussione, o una componente di interazione sincrona è auspicabile se
non necessaria? Per rispondere a questa domanda, per la quale abbiamo
già analizzato diversi fattori, possiamo ricevere altri spunti di
riflessione dallo studio della comunicazione mediata da computer (CMC).
4.1 La CMC – Punti critici e vantaggi
La
comunicazione personale via computer è nata verso la metà degli anni
Settanta, quando la progressiva diffusione degli shared computer
(computer ai quali si potevano collegare più utenti per condividerne le
risorse) cominciò a dar vita alle prime reti che consentivano relazioni
interpersonali mediate da elaboratori.
Questo tipo di comunicazione
è stato oggetto principalmente di due critiche, tra loro collegate: la
prima relativa alla sua presunta impersonalità, la seconda relativa al
fatto che un rapporto mediato dal computer risulterebbe poco
gratificante.
Riguardo alla prima critica sono stati fatti studi
dallo psicologo J. Short (1976), che ha osservato l’impatto dei diversi
media su quella che definisce "social presence", ossia la sensazione di
calore e personalità di una comunicazione. Secondo Short i media che
eliminano i codici non verbali della comunicazione e non sono
interattivi abbasserebbero la social presence. Short con i suoi studi
ha potuto effettivamente dimostrare come tutte le comunicazioni mediate
perdano personalità se confrontate con la comunicazione faccia a
faccia. Ha anche rilevato, però, come sia possibile bilanciare, o per
lo meno attenuare, questa debolezza con l’elaborazione di un linguaggio
specifico che in Internet può essere, per esempio, quello delle
emoticon, che sono visi riprodotti con caratteri ASCII che servono ad
esprimere un sentimento.
Diversi studi hanno però portato a
ritenere che i new media, e Internet in particolare, siano in grado di
realizzare un livello di social presence e gratificazione elevato.
Leuthesser
e Kholi (1995), nelle loro ricerche, identificano nella "interaction
richness" (misurata come il peso della componente di relazione faccia a
faccia nella comunicazione totale) una variabile fondamentale nella
creazione di un rapporto ottimale.
Grazie alle nuove tecnologie,
però, le variabili da considerare per giudicare la ricchezza di un tipo
di comunicazione non sono più solo la prossimità e la certezza di
riferimento, ma anche la pluralità delle fonti e degli accessi alla
comunicazione. Nello studio della qualità dei media si è sempre
considerata la pluralità delle fonti come necessaria per la completezza
e oggettività delle informazioni. Al riguardo assume importanza, come
suggerito da Markus (1987), il concetto di "massa critica": il
vantaggio di un utente a partecipare ad una rete di comunicazione di
qualsiasi tipo cresce, infatti, più che proporzionalmente al crescere
del numero dei partecipanti. In tal senso il potenziale di Internet è
evidentemente superiore a quello di qualsiasi altro mezzo di
comunicazione attualmente esistente. Un'ulteriore variabile nella
valutazione della ricchezza della comunicazione conduce a rivedere il
concetto di massa critica in termini relativi, cioè adattandolo alle
singole situazioni di comunicazione. L'ipotesi che sostengono è che
quel che rileva ai fini della ricchezza della comunicazione non è la
massa critica di tutta la rete, ma quella dell'ambiente di
comunicazione specifico all'interno del quale si svolge l'interazione.
A questi contributi vanno poi aggiunti recenti studi che hanno
dimostrato che, più che la qualità della relazione in sé, è il tempo
necessario allo sviluppo di un solido rapporto ad influire sulla
qualità di una relazione mediata dal computer. Nel lungo periodo quindi
il livello di social presence e la sensazione di certezza dei
riferimenti che risultano da una comunicazione in rete non dovrebbero
essere influenzati dalla mediazione del computer.
Le due critiche
presentate in apertura (impersonalità e scarsa gratificazione della
computer mediated communication), dovrebbero considerarsi superate: la
ricchezza comunicativa che deriva dal vantaggio da massa critica,
vantaggio reso possibile dall'interattività di rete, dovrebbe essere
già argomento sufficiente a rigettarle.
Diversi sono invece i
vantaggi che la CMC, Internet in particolare, ci fornisce. Le normali
coordinate di tempo e spazio vengono alterate nell'universo virtuale di
Internet. Nei MUD i personaggi possono violare le leggi della fisica e
della gravità fluttuando nell'aria, mentre nelle comunicazioni sincrone
o asincrone la concezione del tempo viene dilatata: nella chat si hanno
pochi secondi o qualche minuto per rispondere a una persona, nelle
e-mail o nei newsgroup si può attendere una risposta anche settimane.
Tra queste persone è possibile comunicare e spedirisi materiale in
tempo reale anche se si trovano in luoghi diversi e con differenti fusi
orari. Internet è anche un laboratorio sociale. È molto facile, una
volta connessi, accedere a un numero indefinito di relazioni
interpersonali. Secondo Lèvy (1999) una comunità virtuale si costruisce
su affinità di interessi e conoscenze, sulla condivisione di progetti,
in un processo di cooperazione e di scambio, e tutto ciò
indipendentemente dalla prossimità geografica e dalle appartenenze
istituzionali.
Dall'analisi dei contributi dei diversi autori
citati, si evince come la CMC, e soprattutto la comunicazione mediata
da internet, non fornisca particolari limiti alla possibilità di
interazione tra utenti, anzi, come la bassa presenza sociale favorisca
invece l'interazione. I vantaggi derivanti dalla massa critica sono
inoltre assolutamente innovativi e sono ovviamente validi anche nel
caso di progetti di Elearning. La possibilità che Internet offre di
entrare in contatto con persone che ovunque condividono il proprio
ambito di studi supera, e notevolmente, le potenzialità interattive
della classe tradizionale.
4.2 E-learning e potenzialità
Con
queste ulteriori riflessioni circa le caratteristiche della CMC,
abbiamo tutti gli elementi per rispondere alla domanda che ci ponevamo.
Il
discorso ricade inevitabilmente sull’E-learning come particolare
modalità di FAD, come FAD di terza generazione, e sulle potenzialità
che Internet apre.
La FAD di terza generazione è caratterizzata
dall’interazione, dall’apprendimento collaborativo, dalla possibilità
di restituire alla formazione il carattere di processo sociale che
avevamo individuato come uno dei vantaggi della formazione tradizionale.
Dai
contributi degli studi circa i meccanismi della CMC abbiamo visto come
l’interazione sia possibile, superati alcuni limiti in termini di
comunicazione non verbale e paralinguistica, anche grazie alle nuove
tecnologie che con connessioni a banda larga e l’uso di webcam
restituiscono molti tratti della comunicazione faccia a faccia, in
modalità che ovviamente sono sincrone.
Perché l’E-learning allora dovrebbe fare a meno del momento sincrono?
In
primo luogo, è evidente il fatto che il contatto interattivo diretto,
sincrono, è oggettivamente meno noioso dell'accesso asincrono e quindi
mantiene più alta la soglia d’attenzione. Si tratta di un metodo di
comunicazione e apprendimento interattivo, e ciascun partecipante può
"dirigere" attivamente il discorso anche fuori dalle previsioni,
sentendosi parte attiva nel processo di formazione proprio e dei
compagni di corso. Infine, un aspetto importante è costituito dalla
possibilità d’avere un dialogo molto più rapido rispetto a quanto
richiesto dai sistemi a lenta interattività.
In modalità
sincrona, l’apprendimento collaborativo, la natura sociale del processo
di apprendimento, in generale vengono facilitati, diventano analoghi ai
processi della formazione tradizionale, con il grandissimo vantaggio
dell’abbattimento dei vincoli di spazio e di tempo della comunicazione
faccia a faccia.
Parlando di potenzialità, l’E-learning, servendosi della rete, condivide tutte le possibilità che sono proprie di Internet.
Internet è la realizzazione del tempo reale, della sincronicità della comunicazione.
Tornando
alla metafora della Ferrari, un E-learning che non sfrutta le
potenzialità di comunicazione sincrona offerte da Internet può essere
paragonata ad una Ferrari che cammina con la seconda marcia inserita.
5. Per un modello di E-learning come formazione integrata
Qual è dunque il modello di E-learning che possiamo ipotizzare da queste brevi riflessioni?
Senza
dubbio il punto di arrivo può essere quello dell’E-learning visto come
integrazione di diverse modalità e strumenti di formazione, con
l’obiettivo di sfruttare pienamente le potenzialità di ognuno degli
strumenti e delle metodologie.
Quindi una formazione che sia composta da:
1. interventi in presenza di tipo tradizionale;
2. utilizzo di Internet come medium trasmissivo e collaborativo
3. utilizzo di modalità di apprendimento sia individuali che collaborative;
4. utilizzo di modalità sincrone ed asincrone.
5.1 Interventi in presenza
Indubbiamente
è preferibile fare ricorso a interventi in presenza di tipo
tradizionale, soprattutto se ci riferiamo a percorsi formativi
impegnativi per durata e contenuti.
Soprattutto per lauree o master
universitari, incontri di inizio e di fine anno possono dare una buona
spinta alla creazione della comunità virtuale e alla chiara percezione
della natura sociale del processo formativo. Workshop o momenti di
raccordo sono sempre utili anche per rafforzare meccanismi creati da
momenti di apprendimento collaborativo in spazi virtuali.
5.2 Internet come medium trasmissivo e come medium collaborativi
Le
due modalità non sono da intendere come alternative. Sicuramente è
importante una funzione di Internet come medium trasmissivo, con la
possibilità di accedere on line ai materiali didattici, ai vari
contributi che i docenti possono accumulare, anche come bibliografie o
articoli sull’argomento. Ma, come dicevamo, non è pensabile ad un
processo di E-learning che non sia basato su un utilizzo di internet
come medium collaborativo, in cui si possano creare delle comunità
virtuali di apprendimento, con un’interazione molto stretta. Importante
dunque il ricorso a forum, chat avanzate, gruppi di discussione,
tecnologie di audio e video conferenza. Un’ulteriore integrazione delle
due forme può essere la pubblicazione di contributi e di lavori di
gruppo, frutto della comunità, da scaricare come materiale didattico
integrativo.
5.3 Apprendimento individuale e collaborativi
Questi
due momenti non sono sicuramente in antitesi, ma sono due momenti
altrettanto importanti della formazione, che vanno opportunamente
utilizzati ed integrati.
Come nella formazione tradizionale
nell’E-learning ci sono dei momenti di apprendimento individuale ma
anche dei momenti di apprendimento collaborativo.
Ovviamente vi è una stretta connessione tra l’integrazione dei due diversi usi di Internet prospettati sopra.
Ad
un momento individuale corrisponde un utilizzo di Internet quale medium
trasmissivo, con l’acquisizione di contenuti scaricati dalla rete.
Il momento collaborativo è ovviamente legato ad un uso di Internet come medium collaborativo.
Il
momento di apprendimento e di crescita individuale viene integrato dal
momento di apprendimento e di crescita collettivo, in cui la
rivoluzione comunicativa
della FAD di terza generazione consente l’interazione del discente sia con tutor e docenti che con altri discenti.
5.4 Interazione sincrona ed asincrona
Con questa ulteriore integrazione il cerchio si chiude.
Arriviamo ad una concezione dell’E-learning come vero e proprio momento di formazione integrata.
Le
potenzialità che internet può fornire alla FAD sono pienamente
sfruttate dal momento in cui la formazione viene ad essere erogata in
entrambe le modalità di interazione.
Ed entrambe le modalità di
interazione si integrano a loro volta con i diversi usi di internet e
con le diverse modalità di apprendimento.
Se è vero, infatti, che la
modalità di apprendimento individuale sembra maggiormente legata
all’interazione asincrona, la stessa interazione asincrona può essere
utilizzata in una modalità di apprendimento collaborativo.
Pensiamo
in questo caso ai forum, o ai gruppi di discussione, che pur non
prevedendo una co-presenza degli attori della comunicazione, sono
comunque legate ad un momento di confronto e ad una concezione della
formazione come processo sociale.
Meccanismi che, però, vengono
sfruttati pienamente, come dicevamo, solo attraverso l’interazione
sincrona, dove la classe tradizionale viene pienamente ricreata e dove
ognuno può intervenire in ogni momento ed essere in tempo reale
ascoltato da tutti, ponendo domande al docente, ma anche avanzando
proposte e confrontandosi con gli altri. L’attività di docenza e la
tutorship sono facilitate dalla continuità e dalla spontaneità
dell’interazione sincrona. Paradossalmente il rapporto docente –
discente diventa più reale in una situazione di CMC sincrona che nelle
aule stracolme delle grandi facoltà, dove il docente sembra non essere
altro che un ectoplasma intangibile materializzatosi dietro una
cattedra o sul palco di un cinema per qualche misterioso motivo.
6. Conclusioni
Siamo
partiti da uno studio dell’ANEE, fortemente critico nei confronti delle
università, per cercare di chiarire la cosa debba intendersi per
E-learning e come questo si inserisca nel discorso più ampio della
formazione a distanza.
Siamo partiti da una definizione, da noi condivisa, ripresa dallo stesso rapporto dell’ANEE.
Dalla
definizione abbiamo messo in rilievo due concetti, a nostro parere
pregnanti, quello dell’utilizzo in progetti di E-learning di modalità
di interazione sincrone, e quello collegato di tutorship.
Abbiamo
ritenuto utile ripercorrere le fasi dell’evoluzione della FAD, per
capire cosa le reti telematiche potessero offrire in termini di
innovazione ma soprattutto di vantaggi.
Abbiamo visto come la vera
rivoluzione della FAD di terza generazione sia da intendere in termini
di comunicazione. Internet dà allo studente la possibilità di
interagire sia con i docenti che con gli altri studenti.
Può essere
in questo modo restituito alla formazione quel carattere di processo
sociale che nel passaggio dalla formazione tradizionale alla FAD era
stato perso.
Nel riprendere le nozioni fondamentali delle teorie
della CMC, è apparso evidente che le moderne tecnologie informatiche
siano in grado di superare i limiti classici della comunicazione
mediata da computer, verso la possibilità della creazione di comunità
virtuali in grado di instaurare modalità collaborative di apprendimento.
Alla
luce di queste riflessioni abbiamo proposto un modello di E-learning
che abbiamo definito come formazione integrata, in cui tutte le
potenzialità offerte dalla FAD di terza generazione siano coniugate con
quelli che abbiamo visto essere i punti di forza della formazione
tradizionale, che nel nostro modello non viene assolutamente esclusa.
Un
modello in cui l’interazione sincrona diventa fondamentale nel ricreare
meccanismi di comunicazione quanto più possibile simili a quelli
caratteristici della comunicazione faccia a faccia.
In definitiva,
come abbiamo ripetuto più volte, realizzare progetti di E-learning
tralasciando le possibilità offerte dalla rete significa mortificare le
potenzialità dell’Elearning stesso.
Che a ricadere in questo meccanismo siano le stesse università diventa disarmante.
Quelle
università che potrebbero e dovrebbero divenire il volano sia
dell’esplorazione delle possibilità dell’E-learning stesso, sia della
sua diffusione.
Università alle quali adesso tocca compito, in
verità non semplice, di raccogliere le sfide ma soprattutto le
possibilità che l’E-learning apre.
Sfide che, condividendo il rapporto ANEE, sono ancora lontane da poter essere vinte.
Riferimenti bibliografici
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