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Il mondo dell'Università 

Quasi tutte le università  che offrono formazione in rete hanno la  caratteristica di essersi sviluppate, con un ciclo naturale, dalla formazione basata su materiali cartacei all'incorporazione di diversi tipi di supporto tecnologico che si sono resi via via disponibili. Tra queste, la prima e la più nota a livello mondiale è la Open University, che ha preso l'avvio nel 1971 nel Regno Unito e che rappresenta il modello storicamente più interessante per l'educazione degli adulti.

L'Open University cominciò la sua offerta formativa attraverso la radio e la televisione con supplemento di materiali a stampa, video e audiocassette; ha inventato i centri di studio, ha costruito le reti tutor-consulenti e i gruppi di autoapprendimento; oggi è la più grande università  del Regno Unito con oltre 200.000 studenti e rappresenta il 21% di tutti gli studenti part-time della formazione superiore della nazione. In tutto il mondo si sono successivamente sviluppati modelli Open: dalla United State Open University alla British Open University.

Lo sviluppo del modello universitario Open negli anni ha messo in evidenza differenze didattiche e metodologiche, sia relativamente all'erogazione dei materiali, sia riguardanti gli approcci ai processi formativi intrapresi: le modalità  tipiche delle istituzioni e delle università  a distanza rientrano in tre distinte tipologie, alle quali più recentemente si è aggiunto il modello virtuale (A. Calvani, M. Rotta, 2001).

Le università , nate, fondate e sviluppate esclusivamente per erogare corsi a distanza vengono denominate single mode; di questo tipo sono tutte quelle università  che erogano corsi di formazione inviando il materiale didattico agli studenti, sia in formato cartaceo che multimediale, sia per posta tradizionale che per via telematica.

Le università  che sono nate secondo la logica tradizionale dell'istruzione in presenza, ma che ad essa associano anche la possibilità  di una frequenza a distanza, possono essere definite dual mode: la formazione in questi casi è spesso demandata ad un centro o ad un istituto specifico.

Il modello mixed mode, invece, è un modello misto, dove vengono attuati entrambi i tipi di insegnamento in parallelo: gli stessi corsi in presenza sono disponibili anche per una fruizione a distanza.
L'ultimo modello sviluppatosi (e ancora in fase di evoluzione) è quello virtual mode, adottato dalle università  che erogano i propri corsi esclusivamente in modo virtuale attraverso ambienti software dedicati; la U-Virtual (Virtual University) è un ambiente di apprendimento web che permette di supportare attivamente apprendimenti collaborativi e la costruzione di conoscenze interdisciplinari: la sua caratteristica è la flessibilità  dell'ambiente integrato, che si lega ai sistemi di videoconferenza e alle risorse pedagogiche.

Qualunque sia il modello utilizzato, single, dual, mixed o virtual, le modalità  di erogazione dei corsi rispettano precise volontà  formative, in quanto per ogni modello erogativo adottato si sviluppano delle scelte didattiche precise: esistono di modelli che tendono a riprodurre la formazione in aula, altri che propongono la formazione come il frutto di un processo individuale di autoapprendimento e altri ancora inerenti all'apprendimento collaborativo.

Le tecnologie della distribuzione supportano, integrano e sostituiscono il modello centrato sul docente, cioè si tende a superare il modello tradizionale didattico che si svolge in aula con una lezione frontale.

Un modello molto diffuso, che privilegia l'autoformazione, si basa sulle tecnologie interattive, come i Computer Based Training (CBT), i CD-rom e le Simulazioni: questi sistemi consentono l'accesso alle risorse didattiche superando i vincoli spazio-temporali.
Le tecnologie collaborative, come la videoconferenza a due vie, le chat e i newsgroup, supportano invece il modello centrato sul gruppo, offrendo un ricco ambiente virtuale condiviso, entro cui gli utenti interagiscono con le altre persone senza la necessaria compresenza fisica.

La tecnologia più usata risulta essere quella asincrona con l'utilizzo di internet: i telecorsi sono ampiamente diffusi ed efficaci da un punto di vista commerciale perché replicabili per un numero elevato di edizioni senza modifiche sostanziali. Il sistema si sta velocemente evolvendo nel sistema interattivo a due vie rappresentato dalla teleconferenza; tali tecnologie (l'uso del satellite ha notevolmente incrementato la diffusione di questo modello) permettono di collegare i docenti con i gruppo di apprendimento e di connettere i singoli individui con gli altri gruppo di studenti: in tal modo professori e discenti possono essere fisicamente distanti ma reciprocamente presenti in video e audio (A. Calvani, M. Rotta, 2001).

La formazione, quella che emerge nella rete e dalla rete, non si basa più su un centro culturale erogatore unico, ma su strutture pluricentriche, al cui interno i valori e i contenuti culturali e formativi vengono ripensati e ridistribuiti in più direzioni; nascono nuove agenzie e organizzazioni internazionali, alleanze e corporazioni di profitto, che amministrano i corsi con le agenzie formative, con i centri no profit per la ricerca, la divulgazione e la documentazione, con le organizzazioni professionali che autogestiscono la formazione, con le reti verticali di diffusione via satellite, le reti teleinformatiche orizzontali, le megauniversità , i consorzi universitari e i campus virtuali: il mondo della formazione si sta veramente trasformando in un mercato globale.
Le università  rispondono al cambiamento; si identificano tre  macro categorie di offerta formativa universitaria:

  • Superstores della formazione:
    sono delle megauniversità  che erogano corsi standardizzati a livello globale attraverso una catena mondiale di media. Questo modello può garantire uniformità  nell'erogazione e alta qualità  dei corsi a prezzi molto competitivi; i più famosi "supermercati  della formazione sono la British Open University e l'Athabasca University.

 

  • Specially store della formazione:
    si rivolgono ad un mercato che investe in alta qualità  e ottengono economie di scala riferendosi ad una vasta utenza; questa tipologia, di nicchia, si differenzia dai Superstores perché offre un solo prodotto o un numero limitato di prodotti. Un esempio di questo tipo di offerta si riscontra nell'Università  di Phoenix, che produce corsi per un mercato esclusivo di 400 studenti-lavoratori; oltre un migliaio di altri consorzi universitari stanno centrando la loro offerta su un numero limitato di argomenti, tra queste IBM Global Campus, Motorola University e l'Istituto di Sviluppo Economico della Banca Mondiale.

 

  • Boutique della formazione:
    questo modello, più facilmente perseguibile anche per le università  più piccole, propone servizi personalizzati ad un mercato relativamente ristretto di utenti e di area geografica; i suoi corsi sono più costosi di quelli del modello Superstore, ma sono calibrati secondo le esigenze dei singoli studenti. Molte università  italiane adottano questo tipo di strategia formativa, con corsi intensivi per un numero limitato di studenti (i master rientrano in questo profilo di offerta); questo modello può competere con i Superstores solo se l'offerta si rivela realmente di un più alto livello qualitativo.

Le difficoltà  di gestione di tutti gli aspetti della formazione online hanno portato molte università  e agenzie pubbliche e private ad optare per un modello cooperativo; una delle strategie che sta riscotendo maggior successo è quella delle Cooperative Education, consorzi tra più enti in cui le risorse sono organizzate sotto il governo di una rappresentanza dei diversi enti: ogni membro del consorzio produce uno o più corsi, fruendo del catalogo di tutti gli enti coinvolti (C. Tartoni, 2001); esempi di questo tipo si trovano nella National University Teleconference Network, con oltre 250 College collegati via satellite, nella National Technological University che riunisce più di 40 università  di ingegneria che eroga corsi a più di 1.100 studenti.

L'ultima tendenza del mercato della formazione a distanza è quella delle alleanze fra più partner, corporate alliance, per ottenere alcuni benefici di scala nella produzione e nella distribuzione del programma d'apprendimento; la California State University si è associata alla casa editrice Simon&Schuster per offrire programmi per la formazione di insegnanti, mentre in Europa la European Association of Distance Teaching Universities riunisce 14 nazioni per la promozione e la creazione di una rete europea per l'educazione a distanza.

Altre università , invece, non hanno le strutture, le risorse o la volontà  politica per effettuare strategie formative a distanza e si affidano a consulenti per venire incontro alle richieste del loro mercato; il vantaggio, in questi casi, consiste nello sfruttare i migliori specialisti mondiali del settore. L'idea di fondo del modello dei consulenti è quella di non creare un'istituzione stabile dedicata in esclusiva alla Fad, ma di attingere alle varie risorse, umane o finanziarie o strutturali, in base alle singole esigenze.
Nell'ultimo decennio si è assistito al sorgere di politiche, istituzioni, associazioni, organizzazioni, banche dati e centri di ricerca e documentazione che costituiscono una sorta di rete neutrale di informazioni: queste reti hanno la caratteristica di essere trasnazionali, rivolgendosi e raggruppando le energie di diversi Paesi. A questo proposito si ricorda l'ICDE, l'International Center for distance Education, riconosciuto dalle Nazioni Unite e affiliato all'UNESCO.

L'ICDE è un centro che facilita la cooperazione internazionale nell'ambito della formazione aperta e della formazione a distanza nel mondo; sono rappresentati 131 Paesi, per l'integrazione delle diverse culture e dei diversi sistemi educativi. Per raggiungere il soddisfacimento della domanda di formazione transnazionale l'ICDE promuove il costituirsi di reti e collaborazioni per la ricerca e per le applicazioni nel settore della Open and Distance Education, contribuendo alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie e metodologie per l'apprendimento a distanza.
L'ICDE offre i suoi servizi di informazione tramite link alle istituzioni, divise per aree geografiche, ai corsi a distanza, catalogati per aree d'interesse, e al repertorio bibliografico sulla didattica a distanza (C. Tartoni, 2001).

In Europa, in seguito al crescente interesse per l'ambito della Fad, è nato l'Europea Distance Education Network (EDEN), che ha istituito rapporti speciali con l'Iternational Center for Distance Education; EDEN collabora alle politiche europee promovendo la ricerca, instaurando reti collaborative internazionali fra pubblico e privati che si occupano di didattica a distanza, e infine sviluppando e partecipando ai programmi specifici dell'Ue nel settore.
La prima università  italiana a istituire una didattica a distanza con il metodo della videoconferenza è stata quella di Trieste nel 1996; l'Associazione Culturale per lo Studio del Diritto di Pordenone, insieme a Telecom Italia, è stata promotrice nel 1994 del primo progetto pilota europeo di didattica post-universitaria a distanza, in collaborazione con la Scuola di Management dell'Università  LUISS Guido Carli di Roma; nel 1996 è stato avviato il corso di diritto tributario internazionale.

In Italia, in assenza di un organismo con funzioni di orientamento e di stimolo alla diffusione di un modello per l'università  a distanza, i soggetti attivi risultano essere le singole università , i consorzi universitari per la teledidattica e i soggetti para-universitari a carattere privato; a livello para-universitario sono nate istituzioni private, come l'Associazione Culturale per lo Studio del Diritto di Pordenone, il Cepu e il Learning Online, che supportano gli studenti sia nelle attività  collaterali o preparatorie, amministrative o burocratiche, sia nella preparazione degli esami, impiegando tecnologie diffuse (corsi via TV) ed interattive su internet (materiali online, e-mail).

Le istituzioni universitarie negli ultimi anni si sono sempre più interessate alla Formazione in rete, creando corsi ed esperienze a vario livello; anche in Italia, come all'estero, sono nate alleanze e consorzi: tra i più importanti si indicano Nettuno (Network Teledidattco per le Università ), che opera con iniziative complementari a quelle delle università  associate, verso una vera e propria erogazione online di corsi su internet (C. Tartoni, 2001).
Più o meno e a vario titolo, tutti gli atenei, le facoltà  e i dipartimenti in Italia si stanno movendo in questo senso e sono molteplici i progetti di carattere nazionale e internazionale che si occupano della formazione online; la didattica a distanza, e in particolar modo la didattica universitaria e post-universitaria, è divenuta una realtà  e sta uscendo dalla sua fase sperimentale, necessitando, dunque, di essere diffusa e adottata su larga scala.

Benché sia evidente che l'e-learning sia ormai considerato una realtà  e non più solo una sfida, e anche le resistenze culturali fanno ormai parte del passato, pare altrettanto chiaro che le soluzioni di e-learning debbano adeguarsi ai contesti d'apprendimento dei singoli discenti e dei propri docenti; la parola d'ordine del mercato è blended solution, ovvero la preferenza a soluzioni miste di e-learning, per una maggiore attenzione al fruitore.
Si sostiene che l'e-learning debba essere un insieme di contenuti, tecnologie e servizi, dove i servizi includono anche il tutoring e la formazione tradizionale in aula (M. Molinari, 2002).
Si può dire a tal proposito che l'Università  Cattolica ha adottato una soluzione coerente a questo trend metodologico: viene proposto un approccio all'e-learning comprendente tre aspetti prioritari e complementari, come la didattica live, erogata attraverso la piattaforma NetStream, la didattica online, erogata via web attraverso la piattaforma Blackboard e la presenza fisica, con i Centri di Cultura e tutor remoti.

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Tesi di Laurea:
"E-Learning: metodi, modelli e ambienti per l'apprendimento a distanza nella Società dell'Informazione"

di Maria Elisabetta Cigognini
eli.cigognini@fastwebnet.it

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- Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM -
- Milano Facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -
- Giugno 2003-
- Facoltà di Ingegneria -
- Marzo 2003 -