Teresa Colombi
Dott.ssa Colombi, in quale contesto è nato l'esperimento?
Questo esperimento, realizzato nel 2000, é il primo di una serie di cinque, condotti durante la mia tesi di dottorato all’Università di Nizza-Sophia Antipolis.
Chi erano i soggetti che hanno partecipato all'esperimento? Dovevano possedere qualche caratteristica particolare?
I soggetti erano per la maggior parte studenti dell’Università di Nizza. Prima dell’esperimento é stato realizzato un questionario per assicurarsi che tutti avessero buone capacità in informatica e nella navigazione su Internet - che sapessero, per esempio, cos’é un link - e una buona visione - necessaria per utilizzare l’Eye Tracker.
L'esperimento è circoscritto ai link information – standard: ci sono state ragioni particolari per preferire questo tipo di link o le conclusioni raggiunte possono essere estese anche agli altri tipi di link?
Questi link sono solo una delle categorie esistenti. Un secondo esperimento è stato condotto su questo stesso tipo di link, mentre altri due sono su link del tipo “section-information” - composti di una sola parola, come per esempio “Vacanze”, che rinvia
non ad una pagina di contenuto, ma piuttosto ad una pagina contenente
altri links: l’ultimo comportava pagine web contenenti entrambi i tipi.
I risultati ottenuti non sono generalizzabili ad altri tipi di link: gli esperimenti successivi hanno infatti mostrato percorsi visivi molto differenti, sui link del tipo “section-information”.
Il significato delle conclusioni raggiunte con questo esperimento e gli sviluppi futuri.
Questo esperimento ha permesso di mettere in luce l’impatto di diversi fattori, sia direttamente visibili, come l’impaginazione, che “nascosti nel testo” , come la sintassi. L’analisi dei movimenti oculari ha messo in luce come la posizione delle parole-chiave, che variava in funzione della sintassi, possa avere un effetto sull’organizzazione delle strategie di esplorazione oculare che é ben più importante di quello dell’impaginazione: i soggetti avevano in effetti la tendenza a esplorare i link organizzati per righe come fossero state delle piccole colonne.
Gli altri quattro esperimenti del dottorato hanno permesso di aggiungere informazioni importanti, circa, per esempio, la presenza di elementi visivi - quadro che contornava i link-, la presenza di limiti di tempo nella realizzazione dei compiti, la difficoltà a trovare l’informazione desiderata - quando posta a livelli diversi della gerarchia delle pagine ipertestuali.
Ulteriori esperimenti sarebbero necessari, soprattutto per comparare le performance di soggetti novizi e esperti e l’impatto di diversi tipi di compiti: cercare un’informazione o comprendere e apprendere il contenuto proposto.