I principi generali del settore
Internet è sostanzialmente la "rete delle reti", cioè “un
insieme di reti di computer sparse in tutto il mondo e collegate tra
loro, a cui possono accedere migliaia di utenti per scambiare tra loro
informazioni di vario tipo”5.
Per comprendere il funzionamento di Internet va compreso il significato
della nascita di tale innovazione, avvenuta in piena guerra fredda.
Negli anni ’60, infatti, di fronte al successo scientifico
rappresentato dal primo Sputnik sovietico (messo in orbita il 4 ottobre
1957) gli Usa, per mano del Presidente Einsenhauer, predisposero a
livello militare un piano di difesa da un eventuale attacco atomico da
parte dell’Urss.
Fu così che il Pentagono creò A.R.P.A. (Advanced Research Projects Agency), un’agenzia per progetti scientifici di livello avanzato e a scopi militari.
Uno di questi progetti, presentato da Paul Baran nel 1962, mirava a
creare un sistema di comunicazioni in grado di sopravvivere ad un
attacco nucleare ed era basato sul sistema della trasmissione mediante
commutazione di pacchetto (packet switching).
Per raggiungere questo obiettivo era necessario che il sistema di
comunicazione non avesse un punto centrale di controllo (no central
authority), colpire il quale avrebbe significato mettere fuori uso
l’intero sistema. Inoltre era necessario che tale sistema ma avesse una
struttura che garantisse le comunicazioni, anche se parte dei
collegamenti sarebbero stati distrutti. Bisognava che una comunicazione
potesse seguire percorsi diversi in alternativa a quelli eventualmente
distrutti.
Nel 1969 Vinton Cerf creò Arpanet, collegando al nodo dell’Università
di Los Angeles le tre Università americane di Santa Barbara
(California), di Stanford e dell’Università dello Utah. Questo
significò il passaggio dalle cosiddette LAN (Local Area Network, rete
locale) ad una WAN (Wide Area Network, o rete su un’area vasta) fino
all’attuale dimensione mondiale.
Uscita dal controllo militare, Arpanet, infatti, ebbe come coordinatore
la National Science Foundation, prendendo il nome di NSFN alla quale
cominciarono a collegarsi reti regionali e locali, e successivamente
internazionali.
Forse il modo più semplice per spiegare il funzionamento di Internet è
quello di seguire passo passo una comunicazione, cioè il passaggio di
un’informazione da un computer di origine (client) ad un computer di
destinazione (server).
Va infatti notato che, anche se un computer può comunicare con diversi
altri in rapida successione, di fatto questa comunicazione avviene
sempre tra due computer (client/server) di cui il client è l’emittente
del messaggio e il server è il suo ricevente, o computer remoto.
La parola Internet, prima ancora di indicare una “electronic highway”
(autostrada elettronica) è anzitutto un’espressione inglese formata da
due parole intere net (rete), con cui si indica un collegamento tra due
reti (di computer) attraverso una gateway (via d’accesso): è questo
collegamento che permette a qualsiasi computer di una rete di
comunicare con un qualsiasi altro computer di un’altra rete.
Si comprende meglio, allora, quale sia la potenzialità comunicativa di
Internet. Se la rete, come già detto, è un’immensa ragnatela fondata da
migliaia di reti di computer sparse in tutto il mondo e tutte collegate
tra loro, questo significa che col nostro computer, connesso ad una
delle reti, possiamo in teoria comunicare con tutti i milioni di
computer che formano la "rete delle reti" o che sono a queste connessi.
Va subito chiarito che normalmente l’utente privato non ha il computer
fisicamente collegato alla rete Internet, ma deve accedervi attraverso
il computer di un access o service provider.
Per connettersi a Internet ci si deve anzitutto collegare, con un
modem, ad una linea telefonica che, a sua volta si collega, sempre con
un modem, al computer del provider.
Naturalmente il provider presso cui si chiede l’accesso a Internet, per
poter sostenere le richieste di più clienti, deve possedere più modem
che a loro volta devono essere molto potenti come capacità di
trasmissione. La capacità di un provider si misura infatti anche dalla
velocità con cui la sua attrezzatura permette di ottenere l’accesso ad
Internet.
I modem del provider sono a loro volta collegati ad un grosso computer
che tecnicamente si chiama “host” (ospite) e che svolge la funzione di
server rispetto al computer del cliente (client).
Occorre tenere presente che l’host è fisicamente parte di Internet,
cioè è un nodo di una delle tante reti che compongono la "rete delle
reti". In questo modo anche il computer del cliente, finché dura la
connessione con l’host del provider, viene ad essere fisicamente parte
della rete; esso può quindi usufruire di tutti i servizi che Internet è
in grado di offrire, dalla posta elettronica alla ricerca sui
cosiddetti motori di ricerca, fino naturalmente alla consultazione
delle pagine Web.
Come detto, la connessione a Internet avviene collegando il computer
alla normale linea telefonica con un apparecchio che si chiama modem.
Il termine modem deriva dalla contrazione di due parole inglesi
(MODular e DEModulator), che servono ad indicare due tipi di
operazioni:
- MODulate, ossia trasformazione degli impulsi digitali del computer in segnali analogici, cioè suoni trasmissibili da una normale linea telefonica;
- DEModulate, cioè, all’arrivo, l’operazione contraria di trasformazione di suoni (o segnali analogici) in impulsi digitali leggibili da un computer.
“Provider” è la semplificazione di un acronimo IAP che in
inglese sta per Internet Access Provider (o fornitore di accessi a
Internet), ossia qualcuno che, con un contratto di abbonamento,
consente di collegarsi alla rete, essendo egli in possesso di un
computer permanentemente funzionante che fa fisicamente parte della
rete stessa (cioè di un sito Internet).
Oggi, forse più propriamente, si parla di ISP (Internet Service
Provider) che identifica chi, oltre alla mera connessione, offre altri
servizi all’utente, tra cui le pagine Web.
Il provider ha sulla rete Internet un proprio computer a cui l’utente si collega. Tale computer si chiama “host”.
Quando si manda o si cerca un’informazione via Internet, è
evidentemente indispensabile che il destinatario sia chiaramente
individuato da un preciso indirizzo, altrimenti la comunicazione
rischia di perdersi nella rete.
Quindi due computer per comunicare tra loro tramite Internet hanno bisogno almeno di:
- un indirizzo che li individui con precisione assoluta, cioè di un IP address;
- un protocollo, cioè un linguaggio comprensibile da entrambi.
Nella rete Internet si hanno almeno due tipi di indirizzi:
- gli E-mail, cioè gli indirizzi per la posta elettronica;
- gli Url, cioè gli indirizzi che si usano per gli altri protocolli
di comunicazione gestiti da un browser, cioè da un programma di
gestione di servizi Internet.
L’Url permette di arrivare con sicurezza al server, cioè al
computer remoto presso cui l’oggetto da noi cercato si trova. La posta
elettronica o “electronic mail” è il sistema di messaggistica
attualmente più diffuso in Rete.
I vantaggi dell’E-mail rispetto alla posta normale sono:
- la velocità che rende la trasmissione della comunicazione quasi immediata, cioè praticamente, come si dice, in tempo reale.
- la comunicazione asincrona, nel senso che non è necessaria la
contemporanea presenza di chi manda il messaggio e di chi lo riceve,
come invece per il telefono;
- essa abitua ad un linguaggio sintetico che sembra collocarsi ad
un livello intermedio tra la comunicazione verbale e quella scritta;
- permette la sosta in punti intermedi della rete in caso di problemi temporanei per raggiungere la destinazione.
È evidente che anche per mandare una E-mail ad una persona
bisogna conoscerne l’indirizzo, c.d. “E-mail address” (o indirizzo di
posta elettronica). Questo E-mail è composto dai seguenti elementi:
nomeutente – dominio.
5Cfr. Parodi C., Calice A., op.cit.;