Link ipertestuali e analisi dei movimenti oculari
Parliamo dell' esperimento che la Dott.ssa Colombi e il Prof. Baccino hanno condotto per capire come avviene la ricerca visiva su pagine ipertestuali: a questo scopo i due ricercatori hanno studiato i link sfruttando la metodologia dell'analisi dei movimenti oculari.
Condizioni del test
L'esperimento ha riguardato i link composti di parole, intesi come “oggetti-testuali” vista la compresenza di un aspetto grafico e di uno linguistico.
E' stata definita una classificazione di questi link basata su quattro “dimensioni” significative per l'utente finale:
- compito
- destinazione
- forma
- grafica.
E' stato scelto per l'esperimento un particolare tipo di link, il link standard-information: questo link è basato sull'incrocio delle prime due dimensioni e identifica il collegamento rivolto a pagine finali contenenti informazioni.
Questo tipo di link è stato fatto variare su altre due dimensioni:
- forma sintattica del testo: il link aveva di volta in volta forma dichiarativa, esclamativa, interrogativa
- impaginazione: in una i link apparivano in colonne, nell'altra in righe.
Conclusioni
L'esperimento ha permesso di capire quali strategie di ricerca vengono adottate su pagine ipertestuali.
Le strategie identificate sono globali e locali: le prime sono influenzate dall'impaginazione, le seconde dalla forma sintattica del testo del link.
La strategia globale che ha la preminenza è la ricerca di informazione per colonne, che il soggetto preferisce anche quando l'impaginazione è su righe.
L'osservazione delle strategie locali adottate ha portato invece a questo risultato: quando i testi dei link hanno forma interrogativa, anche se l'impaginazione è su righe, i soggetti non ispezionano subito la fine dei link e tendono ad usare molto meno una strategia organizzata di esplorazione delle pagine: così facendo, allungano i tempi della ricerca.
Perché accade questo? Non è stata ancora trovata una spiegazione teorica, ma i ricercatori hanno formulato un'ipotesi: che la forma dichiarativa sia molto più semplice e molto più comune della forma interrogativa e quindi più comprensibile.
E’ probabile che abbia un impatto anche la posizione della parola-chiave, che costituiva l’obiettivo della ricerca visiva di ogni soggetto: altri esperimenti hanno infatto mostrato come la forma dichiarativa ponga la parola-chiave in una posizione facile da predire, alla fine della frase, mentre la forma interrogativa non permette di anticipare la posizione della parola-obiettivo. I percorsi visivi sarebbero quindi meglio organizzati quando il soggetto sa in anticipo, anche se inconsciamente, quale parte delle frasi è più utile ispezionare.